mercoledì 20 febbraio 2008

Ho visto l'uomo nero sul Messaggero

ABBIAMO letto recentemente un buon libro che si intitola “Ho visto l’uomo nero” e che racconta una caccia alle streghe dei giorni nostri. L’ha pubblicato l’editore romano Alberto Castelvecchi. L’autore, Claudio Cerasa, è un giornalista del Foglio di Giuliano Ferrara. Un giovane di 25 anni che ha il dna del cronista di razza e una penna felice. Con questi strumenti si è addentrato nella vicenda di Rignano Flaminio, l’inchiesta sui presunti pedofili, per raccontare quel «delirio mediatico-giudiziario» - come lo definisce - che ha condannato sette persone (e ne ha distrutto le vite) senza che ne fosse accertata la colpevolezza in sede giudiziaria. Cerasa non è né innocentista né colpevolista. E’ un garantista - come tutti dovremmo essere - e non può non provare scandalo per la giustizia sommaria dei media.
Avremmo voluto recensirlo, il suo libro, e consigliarlo ai lettori perché affronta un nodo importante della nostra società. Ma non possiamo farlo, perché due settimane fa un provvedimento di un giudice del Tribunale civile di Roma ne ha proibito la vendita, la distribuzione e la diffusione. Al Tribunale si erano infatti rivolti i genitori di quattro bambini di Rignano. Essi sono citati nel libro: i genitori con il solo nome di battesimo e i bambini con l’iniziale del nome di battesimo. Secondo il giudice Marta Ienzi la «quantità dei particolari inseriti rende facilmente riconoscibili le parti e i minori», e in nessun conto ha tenuto il fatto che due dei quattro ricorrenti si fossero esposti con nome e cognome in popolarissime trasmissioni televisive, come ha fatto notare ieri l’avvocato di Cerasa - Giovanna Corrias Lucente - nel corso di una conferenza stampa. Di diverso avviso era stato il giudice penale al quale i genitori si erano in precedenza rivolti. Il gip Alessandra Tudino, del Tribunale di Cassino, aveva ritenuto che non ci fossero gli estremi per procedere a un provvedimento grave come il sequestro preventivo e che andasse invece tutelata la libertà di stampa.
Il libro è scomparso nel silenzio generale e ciò ha fatto indignare Pierluigi Battista, vicedirettore del “Corriere della sera”, il quale se l’è presa con la «nomenklatura» dell’informazione solitamente sempre sollecita in casi del genere. Ieri, come si è detto, l’editore Castelvecchi ha organizzato una conferenza stampa con l’autore e con gli avvocati. Ha annunciato che nei prossimi giorni presenterà una richiesta formale di dissequestro del libro. C’è da augurarsi che venga prontamente accolta. Non tanto nell’interesse dell’autore quanto di noi tutti.
Oliviero La Stella
21/12/07

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