venerdì 28 settembre 2007

Il Foglio. "Le 2.227 liste per eleggere segretario e stato maggiore del Pd"

Inizia sabato la campagna elettorale per le primarie. Niente preferenze, la lotta tra i 1.181 raggruppamenti che appoggiano W

Roma. Dopo aver attraversato una fase di riconosciuta creatività artistica-elettorale tra vaporetti, aliscafi, battelli e motobarche galleggianti e con la non proprio emozionante politica “on the boats” (quella sul Po con Franceschini, Prodi e Fassino e quella di Rutelli in Costiera Amalfitana), nella guerriglia elettorale del Partito democratico ci sarà una campagna nella campagna che potrebbe essere anche un po’ più eccitante della scontata acclamazione veltroniana del prossimo 14 ottobre, giorno delle primarie democrats. Una campagna che tra cantanti, attori, nuotatori e architetti, comincerà sabato alle 10, al centro congresso Frentani, a Roma, e sempre alle 10, al numero 231 della romana via di Ripetta (con Veltroni, Bettini, Fassino, Follini, Gasbarra e Morricone) dove i primi candidati delle 1.181 liste veltroniane (su un totale di 2.227, 471 per la Bindi e 476 per Letta) cominceranno a elaborare le proprie strategie per appendersi a tutti gli spigoli a forma di “W” della futura leadership democratica; una campagna un po’ particolare, dove tutti, comunque sia, andranno a contrastare la prima delle tre liste di Veltroni, quella che verrà lanciata ufficialmente sabato a via di Ripetta (la numero tre, a sinistra per Veltroni, verrà presentata a via Frentani, mentre la numero due, la ecodem, sarà schierata entro mercoledì prossimo).
E sarà una battaglia con regole rigide, forse un po’ noiose, dove sarà possibile farsi pubblicità solo senza comprare spazi sui giornali, dove sarà possibile volantinare ma contenendo le spese (i limiti sono 250 mila euro per la candidatura a segretario nazionale, 50 mila per il segretario regionale e 5.000 per l’assemblea costituente); e dove, questa volta, dopo la “riuscitissima” campagna elettorale sulla “serietà”, si è scelto di puntare su un’altra efficace parola chiave: “sobrietà”. Ma sarà comunque una campagna elettorale nuova e per certi versi rivoluzionaria per gli elettori di centrosinistra: con i candidati che si vorranno molto bene, magari parleranno anche di Birmania, ma dove, per poter essere ammessi nell’universo costituente veltroniano, dovranno stare attenti a non sembrare troppo poco severi con la prima lista di W; dato che per essere eletti dovranno conquistare più di quel previsto 12 per cento delle liste di Rosy Bindi. Dunque, non uno scherzo. E’ per questo che sarà comunque una battaglia vera, che tra l’altro verrà combattuta con la strategia elettorale che ha portato in trionfo negli ultimi anni il modello del sindaco d’Italia: quella delle comunali. Quindi ci saranno molti manifesti, tantissimi volantini, parecchi opuscuoli, qualche video su YouTube, tanti dibattiti per strada, qualcuno parlerà nelle scuole, in Veneto verranno inviate nelle case di tutti gli elettori delle lettere democratiche, in Piemonte saranno distribuite cartoline a mo’ di promemoria, in Toscana, Sandro Veronesi, a Prato, sembra stia preparando degli eventi in piazza con la sua lista completamente formata da lavoratori stranieri; ci sarà anche una notevole invasione porta a porta dei candidati e si faranno pure happening nei parchi cittadini (ieri ha cominciato Veltroni nel Villino medievale di Villa Torlonia, con tantissimi sedicenni). Anche se poi gli strateghi meno conosciuti delle liste veltroniane (Andrea Martella e Andrea Orlando per la lista uno, Lucia Urciuoli e Renzo Innocenti per la lista due e Vincenzo Vita per la lista tre) sanno che i manifesti che a breve cominceranno a intavedersi in giro per le città appariranno un po’ anomali; cioè, senza facce, senza nomi, senza cognomi ma con simboli verdi, rossi e probabilmente arancioni che saranno gli unici veri punti di riferimento elettorali delle liste regionali e nazionali (liste, naturalmente, bloccate). E tra attori, sportivi, scrittori e artisti c’è qualcuno che però già brontola; qualcuno che avrebbe preferito le liste un po’ diverse e con i nomi dei candidati più famosi ben in vista sugli opuscolini. Perché per poter contare qualcosa tra i quasi 2.500 rappresentanti della prima riunione dell’assemblea costituente del 27 ottobre (già ribattezzata come “Woodstock democrat”) oltre a essere eletti sarà importante non farsi schiacciare sotto la pressione degli amici ma anche un po’ nemici veltroniani. E senza preferenza questo sarà semplicemente ancora un po’ più difficile.
Claudio Cerasa
28/09/07

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