giovedì 12 giugno 2008

Il Foglio. "Prodi presidente, in Europa da soli e W non si tocca. Fioroni svela la vera tattica del Pd"

tere in campo nei prossimi mesi. La prossima settimana Fioroni, con tutti i dirigenti del Pd, parteciperà all’Assemblea nazionale del partito (20, 21 giugno) e a proposito di quell’appuntamento l’ex ministro offre due spunti di riflessione che somigliano molto a due notizie. Fioroni spiega con una battuta il grande equivoco sul ruolo dei cattolici nel Partito democratico (“Dire che nel Pd i cattolici non contano nulla è come dire che negli ultimi sei mesi il Foglio non ha parlato di aborto”) e poi, entrando nel cuore degli equilibri del partito, conferma quanto segue: il grande asse che lega W. con gli ex Popolari esiste, Franco Marini lo ha rinforzato in questi giorni e lo stesso Fioroni dice che gli ex Ppi “continueranno a essere alleati leali con il segretario”. “E’ importante – spiega – capire che l’identità del Pd non è rappresentata da una tessera: l’identità è un sentimento che deve legare, che deve unire tutti noi attorno a principi condivisi. Possiamo dire valori? Credo di sì. Io sono convinto che il primo compito del partito sia quello di ridare dignità alla politica. Ma il problema è che questo grande ‘festival delle amarcord’ che ci circonda in questi giorni è il sintomo dell’incapacità di trovare l’orgoglio di ciò che siamo oggi. E per questo, la nostra nuova missione sarà quella di arrivare alla fine dell’anno riuscendo a creare una cosa molto semplice, l’orgoglio di essere democratici”. Chiediamo con un po’ di malizia: con o senza Pier Ferdinando Casini nel Pd? “Casini rimane per noi un interlocutore importante. Ma troverei offensivo nei suoi confronti auspicare un suo ingresso nel Pd”. A proposito di collocazione europea, Fioroni – pur intravedendo un po’ di confusione (“E’ un problema quando da una straordinaria opportunità per il Pd nasce una strana forma di opportunismo”) – anticipa che con ogni probabilità il Pd non avrà bisogno di entrare nel Pse. “Credo che riusciremo a creare una ‘cosa nuova’, un soggetto innovativo con parlamentari di nazioni diverse prima delle elezioni”. Fioroni – ricordando che il Pd ha intenzione di riscrivere la legge elettorale europea “non andando oltre una soglia del 3 per cento” – crede sia “inevitabile che per procedere al rinnovo degli organi dirigenti servirà il congresso del 2009” e intravede nel prossimo congresso tematico (a ottobre) un’opportunità non per “misurarsi in discussioni su D’Alema o Veltroni ma per dare un solido profilo al partito”. A Milano, tra l’altro, la prossima settimana si eleggerà il nuovo presidente del Pd: il nome più probabile è quello di Marini ma Fioroni la mette così. “Dovremo far di tutto per confermare Romano Prodi presidente del partito”. Parlando poi dell’attivissima fondazione di Massimo D’Alema, Fioroni considera le correnti e le anime del Pd “una risorsa fondamentale e tutt’altro che ambigua per il partito. Ma a una condizione. Sarebbe un grande errore se tutti cominciassimo a vivere di ricordi, se il partito dovesse muoversi a velocità diverse e se ci trovassimo di fronte a una situazione in cui c’è chi corre nel Pd per ottenere un risultato diverso da quello del segretario”.
Claudio Cerasa
12/06/08

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