Madrid. Il Caimano in Italia non lo vede più nessuno e per trovare qualcuno disposto ad ascoltare la storia del Cav. brutto e cattivo bisogna andare nelle terre di Zapatero, sfogliare i giornali madrileni e dare uno sguardo alle dure interviste di Paolo Flores D’Arcais e ai profondi editoriali di professori come Alexander Stille. Ma prima di leggere questa storia di scrittori e intellettuali eroici che non ci stanno e che battono forte i pugni sul tavolo per far fronte alla tentazione d’immergere il dito nel mieloso mondo del CaW, c’è una premessa che bisogna conoscere. Perché, si sa, le parole prima di ogni elezione sono sempre le stesse e ogni volta che il Caimano si presenta alle urne, accanto a un valoroso Travaglio che resiste, a un D’Arcais che si dispera e a un Tabucchi che minaccia, fino a qualche tempo fa c’era sempre un Umberto Eco che prometteva quanto segue: se Berlusconi vince non ha più senso rimanere in Italia. E dunque, sia prima sia dopo il voto, giù articoli, giù libri, giù saggi e giù vastissime interviste. Nel 2001, per esempio, Eco disse che se il Cav. avesse trionfato sarebbe andato in Francia, e lo motivò con parole sincere: “I cavalli cosacchi faranno il bagno nelle acquasantiere di San Pietro!”. Lo stesso promise Tabucchi e lo stesso gridò D’Arcais. Come si ricorderà, sui giornali era un continuo minacciare resistenze d’intelletto ed era una continua tentazione di andare a esportare i propri cervelli oltre i confini italiani. Ora le cose sono un po’ cambiate e i giapponesi pronti a immolarsi sui quotidiani per protestare contro il nuovo Cav. “a prescindere”, come direbbe Totò, sembra proprio che non abbiano più granché fortuna, e per riascoltare i passi della vecchia resistenza girotondina bisogna superare il Mar Tirreno e mettersi qui, sulle strade di Barcellona e di Madrid. Perché, scomparso il conflitto di interesse e rimasta la sola Unità a ribellarsi alle strette di mano tra W. e il Cav., gli ultimi battiti di quel panchopardismo-morettismo militante trovano accoglienza ora solo nelle terre di Zapatero. Li avete sentiti, i ministri di Zap., di volta in volta dire che “L’Italia criminalizza il diverso” (16 maggio) e che “Berlusconi avrebbe bisogno dello psichiatra” (17 maggio). E l’avete sentita, poi, la sinistra rimasta fuori dal Parlamento urlare, come ai bei tempi, “evviva Zapatero!”. Chissà che la stessa cosa non la pensino i vecchi teorici del girotondismo, quelli che il Caimano negli abiti da statista proprio non riescono a sopportarlo e che ormai trovano tribuna solo lontano dall’Italia.
E così, il Flores D’Arcais che fino a poco tempo fa presentava in prima serata le sue “giornate della giustizia” “per non piegarsi alla sudditanza nei confronti del Cav.” eccolo trovare ormai solo in Spagna qualcuno disposto a prendere sul serio le sue parole. El País, 10 aprile: “Berlusconi es una amenaza muy seria”, “una minaccia molto seria” che “renderà l’Italia uguale alla Russia di Putin”. E poi, ricordate il professor Stille, che fino a poco tempo fa scriveva libri sul “Citizen Berlusconi” spiegando su Rep. quanto fosse mascalzone il Cav.? Beh, ora Stille su Rep. scrive solo di Murdoch e per trovare qualcuno pronto a raccogliere le sue teorie su quel cattivone del Cav. il professore dove se ne va? Anche lui a El País, naturalmente. 31 maggio, titolo dell’ultimo pezzo di Stille: “Mafia y politica en la Italia de Berlusconi”. Perché il Caimano non lo vede più nessuno ma coloro che invece los caimanos li scovano in ogni dove ci sono ancora e fanno in Spagna quello che in Italia fanno solo Santoro e certi cronisti dell’Unità. Anche se, va detto, un po’ di sangria di tendenza Concita sembra che presto arriverà anche qua.
Claudio Cerasa
4/06/08
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