venerdì 20 giugno 2008

Il Foglio. "Marini pensa a come allontanarsi da W., ma il CaW non è finito"

Movimenti mariniani. Più che la questione sullacollocazione
europea, più che il dibattito sull’effettivo peso di correnti
e fondazioni, e più che tutti i retroscena sul possibile
successore di Romano Prodi (la cui scelta potrebbe slittare
a fine anno), c’è un aspetto che più di ogni altro rischia di
dare un contributo notevole al logoramento della leadership
di Walter Veltroni. Così, nelle ore precedenti alla convocazione
odierna dell’Assemblea nazionale del partito, tra
i segnali minacciosi registrati dal segretario del Pd quello
più pericoloso riguarda senz’altro Franco Marini. Racconta
un parlamentare del Pd che da qualche settimana l’ex presidente
del Senato considera quella di Veltroni “un’esperienza
destinata a volgere al termine”. Il punto è che il filo
che fino a qualche tempo fa legava il triangolo formato dagli
ex Popolari non è più così unito come un tempo: Giuseppe
Fioroni e Dario Franceschini continuano a investire sulla
“nuova stagione” e per non perdere capacità d’azione da
tempo provano a trasformare Marini in semplice padre nobile
del partito. Dall’altro lato, però, Marini (che difficilmente
sarà presidente del Pd) è intenzionato a non farsi mettere
da parte e per non trovarsi impreparato alla possibile
successione del segretario ha scelto di intensificare i sui
rapporti con Massimo D’Alema. Anche per questo, l’onorevole
Nicodemo Oliviero, uomo fidato di Marini, è presente
nelle liste dei parlamentari iscritti alla Fondazione ItalianiEuropei
e non è un mistero che il dialogo con l’ex ministro
sarà favorito anche grazie alle idee condivise a proposito
di riforma elettorale. Marini e D’Alema la vogliono riscrivere
in tedesco e W. invece no. Ma nella dolce rottura tra
gli azionisti di maggioranza del Pd c’è dell’altro ed è anche
qualcosa in più che una coincidenza: perché nella stessa sera
in cui gli ex Ppi del Pd si preparavano per l’Assemblea
di oggi e domani, Marini era invece da tutt’altra parte, a cena
con Francesco Rutelli a discutere di Europa. Sarebbe
sbagliato parlare di vera rupture, ma come spiega un senatore
del Pd “tra gli alleati più fedeli alla linea del segretario
oggi c’è qualcuno come Marini disposto a non difendere
più Veltroni in modo incondizionato ”.

Movimenti del CaW. E’ vero: pochi giorni fa era stato Walter
Veltroni a spiegare con toni definitivi che con Silvio Berlusconi
“il dialogo è finito”. Non c’è dubbio che nelle prossime
settimane il segretario del Pd farà la parte di quello duro
nei confronti del leader della maggioranza, ma dall’altra
parte è difficile contestare che il motore del CaW abbia ormai
innescato una serie di processi per certi versi irreversibili.
E non saranno pochi i casi in cui ci si ritroverà di fronte
a inevitabili parlamentari inguacchioni. In fondo, dopo
aver ricevuto tra martedì e mercoledì al Quirinale sia Veltroni
sia Berlusconi, il presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano ha lanciato un messaggio chiaro ai leader della
maggioranza e dell’opposizione e ha chiesto di non tradire
quel clima nuovo di dialogo parlamentare costruttivo. Su che
cosa? Il CaW proverà a ricompattarsi partendo dalla Rai e
molto dipenderà dalla disponibilità che il centrodestra offrirà
sulle nomine della presidenza, del cda e della Vigilanza
(ieri la maggioranza ha però respinto la candidatura di
Leoluca Orlando dell’Italia dei valori). Per il resto, come
spiega al Foglio Ermete Realacci ministro ombra del Pd, “ci
sono dei terreni su cui un rapporto tra maggioranza e opposizione
è indispensabile quali che siano i rapporti e le condizioni
del dialogo. Posso dire che il Pd avrà un atteggiamento
costruttivo non soltanto sulle riforme istituzionali, ma anche
sulla riforma elettorale europea, sulla questione dei rifiuti
e sulla sicurezza. L’opposizione non avrà uno stile ispirato
al tafazzismo e non diremo di no a tutte quelle leggi che
negli ultimi mesi abbiamo dimostrato di condividere”. Sulla
Finanziaria, dice Realacci, “dovremo valutare punto per
punto un testo che ancora non conosciamo”. Ma chissà che
anche per il pacchetto Tremonti non valgano le parole usate
da W. due giorni fa: “Faremo un’opposizione dura ma non
torneremo al passato”.
Claudio Cerasa
20/06/08

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