lunedì 26 maggio 2008

Il Foglio. "Veltroni al nord (da Formigoni). Il CaW va forte anche a Milano, ma con W. vuole trattare Bossi"

Milano. Lo ha ripetuto un paio di volte Walter Veltroni: ha ricordato che nel pacchetto sicurezza promosso dal governo “gran parte dei provvedimenti” sono ispirati a quel pacchetto che Giuliano Amato – incalzato proprio dall’ex sindaco di Roma – aveva firmato nella scorsa legislatura. L’impressione, stando alle parole di W., e che se non fosse per il “reato di clandestinità”, il partito non solo non farebbe ostruzionismo, ma quando il ddl arriverà alle Camere i pulsanti verdi dei parlamentari del Pd potrebbero essere più numerosi del previsto. Come spiegato a Milano al termine del Cdm ombra ospitato negli uffici della regione, Veltroni sulla questione sicurezza non vuole farsi rubare eccessivamente la scena dal Cav. e, leggendo tra le righe della riunione, la posizione del Pd sembra coincidere con le parole pronunciate due giorni fa dalla (virtuale) tessera numero 1 del partito, Carlo De Benedetti: “Le misure prese dal Consiglio dei ministri sono in linea con i desideri e le richieste del paese”, aveva detto l’ingegnere.
Sicurezza, dunque, e poi giustizia, nucleare, welfare e soprattutto federalismo. Si è parlato di questo nel secondo Cdm parallelo del gabinetto ombra. Il segretario del Pd ha inoltre aperto in maniera forte sul tema delle riforme federali e lo ha fatto in un giorno particolare, concluso con l’incontro con il presidente della provincia (Filippo Penati) e cominciato con un colloquio con il governatore Roberto Formigoni. Se è vero che la posizione del Pd, anticipata al Foglio dal ministro ombra per le Riforme Sergio Chiamparino, è contraria al modello proposto dalla Lombardia (“Un testo che spacca il paese”), è anche vero che Veltroni non ha alcuna intenzione di stropicciare troppo il mantello del CaW. Con un piccolo gioco di prestigio grazie al quale W. non boccia almeno a parole il modello lumbard, lo shadow premier alla fine l’ha messa così: “Il federalismo verrà affrontato a partire anche dal lavoro svolto in Lombardia”. Anche.
L’incontro tra segretario e governatore è stato però seguito dai leghisti con occhio vigile e sospetto; dopo che il capogruppo della Lega alla regione (Stefano Galli) aveva minacciato su questo giornale il voto anticipato contro Formigoni, il Pdl ha risposto con il consigliere Paolo Valentini: “Galli vuole anticipare le elezioni? Noi siamo pronti: la Lega prenda una posizione chiara, ritiri gli assessori e presenti una mozione di sfiducia. Vedremo se sarà davvero pronta a seguire il capogruppo”. Il rischio di voto anticipato – ci spiega il consigliere Romano La Russa – è “per il momento prematuro”. La Russa, che nel Pdl arriva da esponente di An, dice di essere “stupito dalle frasi dei leghisti” e si chiede perché “la Lega voglia dare questa accelerata alla successione alla presidenza quando è proprio con Formigoni che il federalismo ha fatto passi in avanti”. La Russa aggiunge che nel futuro della regione per la presidenza, oltre a Formigoni e Lega, “si dovrà tenere conto anche del peso che An ha in Lombardia”. Certo è che, a livello nazionale, nel gioco di sponde tra centrodestra e centrosinistra sul federalismo, Lega, Pd e Pdl non sembrano essere così distanti. I ministri Umberto Bossi e Giulio Tremonti e il sottosegretario alle Riforme Aldo Brancher avevano parlato a lungo con Chiamparino (incontro definito “utile” da Bossi) ed era stato lo stesso W. a dire che, nonostante il caso Retequattro, “il dialogo sulle riforme non è in pericolo”. A questo proposito, il deputato leghista Matteo Salvini, parlando con il Foglio, apre in modo significativo al Pd. “Il dialogo è assolutamente doveroso e necessario per una questione di serietà. Questa è un’occasione storica; perché sulla carta il nord ha supporter trasversali almeno per il 90 cento e perché almeno a parole tra i colleghi dell’opposizione oggi non se ne trova nemmeno uno che su questo tema non voglia raggiungere una soluzione assieme a noi”.
Claudio Cerasa
24/05/08

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