sabato 17 maggio 2008

Il Foglio. "Pd, Padano democratico". Intervista a Sergio Cofferati

“Noi padani siamo realisti”, dice Cofferati e aggiunge: “La sinistra ha sottovalutato il tema sicurezza”. Il pacchetto Maroni? “Se riparte dal lavoro di Amato, non avrebbe senso non accettarlo”. Il Cav.? “Nuovo linguaggio”

Roma. “Noi padani siamo molto realisti e da padano come sono – lo sono più di Bossi perché sono nato in pianura – il dato oggettivo degli ultimi mesi è che la sinistra ha sottovalutato non solo il problema della sicurezza nelle città, ma anche il peso che nella vita quotidiana le persone hanno attribuito via via alla percezione dell’insicurezza. La destra è stata più credibile sul tema e questo è un fatto. A mio avviso, la percezione di maggiore credibilità è stata legata non all’efficacia dell’azione della destra ma, paradossalmente, all’inefficacia dei comportamenti espressi dalla sinistra. E’ anche per questo, è anche per l’uso un po’ esasperato di certa sociologia che oggi si è di fronte a una caduta di credibilità che a volte prescinde dalle stesse buone azioni portate avanti da governi e amministrazioni”. Lo dice con un sorriso, Sergio Cofferati; il sindaco di Bologna parte da questo ragionamento per spiegare il suo punto di vista a proposito di sicurezza e a proposito del nuovo approccio che, dopo le ultime elezioni, il Partito democratico dovrà avere su questi argomenti. Cofferati, che a sinistra è stato il primo a imporre nella agenda politica il tema della sicurezza come tema per cui non vale un colore politico rispetto a un altro, parlando con il Foglio spiega anche la sua posizione rispetto alle ultime scelte politiche di Veltroni e rispetto al dialogo con Berlusconi. (Cofferati giudica “importante” per il CaW “consolidare un metodo, quello del confronto, che con toni rispettosi e senza consociativismi renda possibile fare le cose insieme”). L’ex segretario della Cgil dà poi una sua chiave di lettura su uno dei punti cruciali della relazione fatta due giorni fa dal segretario del partito (alleanze con la sinistra radicale); ma è sul tema della sicurezza che il sindaco usa le parole forse più significative. Cofferati ritiene un errore considerare la clandestinità un reato ma dice che “se questo punto verrà derubricato dal pacchetto sicurezza del ministro Maroni quel pacchetto andrà valutato attentamente senza pregiudizi”. “Se come ha detto Maroni il pacchetto riparte dal lavoro fatto da Giuliano Amato, credo sia importante portare avanti un approccio che a me sembra giusto e che non avrebbe senso non accettare. Quello che bisognerà far notare, per incalzare il governo, è che in un disegno di legge di questo tipo, se si vuole intraprendere una politica seria, la sinistra deve pensare anche a questo: dare più fondi per le autorità di polizia e dotare di nuove risorse e di nuovi strumenti chi combatte il crimine. Perché, dietro all’azione preventiva e di controllo di cui giustamente Maroni ha parlato in questi giorni, bisogna essere in grado di risolvere il sovraccarico di lavoro che avranno le forze dell’ordine”.
Scendendo nel dettaglio, Cofferati giudica a loro modo “efficaci” le retate e gli arresti fatti nelle ultime ore e il sindaco non è contrario all’idea, per i comuni, di dotarsi di un commissario straordinario. “Bologna – dice Cofferati – non ha dimensioni del problema come quello che hanno Milano e Roma. Ma se avessi emergenze simili chiederei di poterle affrontare anche io in quel modo”. Continua Cofferati: “Io credo sia utile che il Partito democratico, così come la sinistra, riesca finalmente a misurare all’esterno la sua determinazione raggiunta sull’argomento. La sicurezza, spero sia chiaro, è un tema di sinistra perché l’emancipazione è una delle componenti più belle della storia della sinistra e nei processi di emancipazione l’elemento legalità e il rispetto della legge sono sempre stati due componenti fondamentali. Per quanto mi riguarda, il reato in quanto tale lo devi prevenire e, se non sei in grado di farlo, devi contrastarlo e reprimerlo. Ma quando cominci a dirottare la colpa di un reato verso qualcun altro e quando introduci delle giustificazioni rischi di incamminarti su una strada sbagliata. Io stesso mi sono trovato con una parte della mia maggioranza che quando ho sgomberato gli insediamenti abusivi nella mia città mi diceva: ‘No, lì non bisogna intervenire’, perché si preferiva il mantenimento di una condizione negativa per i più deboli pur di non far arrestare quelli che non erano in regola. Ecco: qualche volta la sinistra tende a sostituire le necessarie azioni di contrasto o di repressione con il tema sociale, e questo è sbagliato”.
Cofferati, che dice di essere rimasto colpito dal “nuovo linguaggio di Berlusconi”, giudica l’attenzione del Cav. verso l’opposizione “un elemento di novità positiva” e dà un consiglio al Pd: “Su questi temi, se c’è convergenza con il governo non bisogna avere timori a trovare posizioni comuni. La sicurezza è uno dei punti per cui per un partito o un governo non deve valere il ‘vantaggio a breve’”.
Sul tema delle alleanze del Pd, in particolare, l’impostazione veltroniana è simile a quella adottata poco tempo fa dallo stesso Cofferati. “Ci possono essere situazioni particolari, ma il Pd può decidere di andare da solo dove ci sono le condizioni”, aveva detto il sindaco. “Credo che Veltroni non abbia detto cose diverse rispetto a qualche mese fa. Il correre da soli è stata una scelta giusta ma le alleanze, anche con la sinistra radicale, sono una possibilità che va calibrata. Oggi non c’è un’identità chiara a sinistra e parlare di alleanze è ancora un po’ astratto. Certo, alle amministrative è evidente che si potranno creare coalizioni diverse rispetto a quelle delle nazionali ma per poter parlare di ‘alleanze’ a sinistra ci deve essere un punto di riferimento con cui dialogare e che oggi invece non c’è”. Cofferati, a proposito di uno dei temi affrontati ieri dal Cav. e da W., dice che per le prossime europee “c’è aria di sbarramento”. Per quanto lo riguarda, la semplificazione forzata dei partiti “è un errore perché le semplificazioni devono essere naturali”. A proposito di leadership, invece, Cofferati dice poi che l’unico vero “punto di equilibrio del Pd è e resta Veltroni”. “Qui – dice il sindaco, che invita il Pd ad avere una presenza capillare e più diffusa nel territorio – c’è un segretario che va incoraggiato a proseguire sulla strada dell’innovazione”. Cofferati, d’altra parte, non nasconde che qualche errore è stato fatto e che, in fondo, “sarebbe stato utile fare primarie per l’individuazione dei candidati. Non posso non notare, però, che oggi è importante che nel partito sia cominciata una discussione senza esasperazione. Certo, io pensavo che sarebbe stato utile fare subito un congresso, un congresso vero per confermare la leadership e la linea politica di Veltroni e invece nel partito – sorride Cofferati – non ci pensano proprio”.
Sugli equilibri del Pd Cofferati ha questa idea. “Io – dice il sindaco parlando anche di D’Alema – credo che avere nel partito tanti punti di vista potenzialmente sia una ricchezza. Ma se ci fosse qualcuno di noi che ha un punto di vista diverso e intorno a quello si costruisce un’aggregazione che ripropone quel punto di vista all’infinito, allora quella diventa una corrente organizzata. E questo, dice Cofferati, per il Pd sarebbe molto pericoloso”.
Claudio Cerasa
17/05/08

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