giovedì 15 maggio 2008

Il Foglio. "Il Pd è ancora liquido". Tessere e sezioni non si vedono. Le fondazioni sì. Letta, Verini, Garofani, Vita spiegano perché

Roma. Tutte queste tessere non si vedono, tutte queste sezioni ancora non si trovano e guardandolo con un po’ d’attenzione c’è un Partito democratico che sta crescendo un po’ più liquido di come si potrebbe immaginare. Liquido, leggero e verrebbe da dire americano con quelle fondazioni, quelle associazioni e quei think tank che non si possono chiamare correnti ma che nei fatti ci somigliano sempre di più. Il partito liquido non è un’opinione, vive nelle sue fondazioni e dire che la configurazione politica del Pd sarà sempre più legata a queste identità non è un errore. Enrico Letta, Walter Verini, Saverio Garofani, Vincenzo Vita (parlamentari del Pd) hanno ancora questa idea di partito e spiegano così al Foglio perché fondazioni e associazioni saranno il cuore del Pd. Fondazioni come ItalianiEuropei, di cui Massimo D’Alema è presidente; associazioni come Quarta Fase, di cui fanno parte gli ex Popolari Giuseppe Fioroni, Dario Franceschini, Antonello Giacomelli e Saverio Garofani; think tank come l’Arel e 360 gradi di Enrico Letta; come il Nens di Bersani e Visco; come l’Astrid di Franco Bassanini; come il Glocus di Linda Lanzilotta; come “libertaeguale” di Enrico Morando e come l’“associazione della sinistra” di Vincenzo Vita che si riunirà per la prima volta il 31 maggio. Un’associazione, questa, che come lista aveva portato 500 mila voti per W. alle primarie e che ora, lo spiega Vita, “sarà il punto di riferimento per chi non si sentirà più rappresentato nella Sinistra l’Arcobaleno”. E da sinistra i primi che potrebbe confluire nel Pd attraverso l’associazione di Vita, dicono al Loft, potrebbero essere alcuni iscritti della Sinistra democratica di Claudio Fava. “Il lavoro delle fondazioni può essere di rilevanza strategica per la mescolanza della cultura politica del Pd. E possono essere un esempio originale per il nostro paese di un nuovo modo di essere delle forze politiche – spiega Walter Verini, senatore del Pd e uomo assai fidato di Walter Veltroni. Nessuno – mi pare – vuole fare di fondazioni e associazioni luoghi chiusi e diversi da quella vocazione naturale alla ricerca e al dibattito politico-culturale. Le aree politico-culturali sono una ricchezza del Pd. Le cristallizzazioni correntizie, sconsigliate dal codice etico, vanno evitate”.
Il tesseramento ufficiale del partito è stato lanciato due settimane fa da Veltroni; ma studiando il modo in cui le fondazioni si stanno radicando nel partito, l’approccio che qualche tempo fa aveva il segretario del Pd vale ancora oggi. “A me piacciono le fondazioni culturali, i centri di elaborazione di pensiero, mi piace pensare a un partito più mobile”. Certo, almeno per il momento Veltroni non avrà una propria fondazione e la sua attività di formazione politica il segretario ha intenzione di programmarla solo con il Pd. (In questi giorni, spiegano al Foglio, W. ha deciso di lanciare per l’estate una “summer school”). Ma attorno al segretario del Pd ci sono alcune fondazioni che più delle altre orienteranno l’agenda politica del partito. Ieri, per esempio, D’Alema ha rilanciato il ruolo di quella che resta una delle più famose legate al Pd (ItalianiEuropei) – che tra l’atro avrà, come il Pd, una sua International Summer School – e lo ha fatto spiegando che la sua idea è quella di “fare una cosa che consiste nel mettere insieme trasversalmente persone di diversa provenienza”. I dalemiani di ItalianiEuropei – che ieri hanno ospitato un seminario di analisi del voto, che in questo numero della propria rivista hanno un’intervista a D’Alema e che poco tempo fa hanno tradotto anche in serbo alcune riflessioni sul partito – dicono senza polemica che “questa è una fondazione vera, non sappiamo le altre”. Dieci giorni fa, tra l’altro, la fondazione aveva riunito 50 parlamentari in un albergo romano spaventando alcuni veltroniani (“I baffi di D’Alema non possono far paura”, disse Ermete Realacci).

Assisi e i parlamentari di Letta
Ma l’associazione che troverà più spazio nel Pd nei prossimi mesi sarà senz’altro Quarta Fase. Quarta Fase con la sua rivista sta preparando per giugno una lunga inchiesta sul voto dei cattolici alle ultime elezioni e a partire dal seminario che organizzerà a fine settembre ad Assisi “aprirà le sue porte – dice Garofani – anche a tutti quei cattolici che non trovano spazio in altri partiti”. La differenza di questa associazione con tutte le altre centrali del pensiero del Pd è questa. Quarta Fase avrà infatti i suoi propri circoli e alla fine dell’estate avrà una sua sede in ogni regione d’Italia. C’è poi un caso particolare ed è quello dell’Arel di Letta. L’Arel è un’associazione che sarebbe sbagliato collocare rigidamente nel perimetro del solo Pd ma da qualche mese Letta ha un suo braccio politico più operativo. Si chiama 360 gradi e al contrario dell’associazione fondata da Beniamo Andreatta sarà molto simile, spiegano dall’Arel, a una “vera corrente”. Tanto che i deputati legati all’ex sottosegretario di stato dovrebbero avere la propria segreteria politica non alla Camera ma nelle sedi dell’associazione. Dice Letta. “La mia idea del Pd esiste in una cornice dove più iniziative libere ci sono e meglio è. Sono contrario a irrigidire un modello di partito e credo che le fondazioni servono a rendere il Pd più fluido, non liquido. Il meticciato è importante, però, e credo che per capire come si evolverà il dibattito nel Pd sarà utile comprendere come si muoveranno queste anime. Perché i vecchi partiti non ci piacciono più e fondazioni e associazioni sono un modo per dimostrare che non si torna indietro”.
Claudio Cerasa
15/05/08

Nessun commento: