giovedì 5 luglio 2007

Il Foglio. "Flat tax, web, punto esclamativo e via la cravatta. Il network di Capezz"

Roma. Il primo giorno di lavoro del nuovo network di Daniele Capezzone comincia alle 16.52 minuti su un tavolino bianco, di fronte alla sede romana del Corriere della Sera, con sei microfoni, duecento curiosi, tredici idee, un punto esclamativo, cinquanta firme, una camicia sbottonata (e senza cravatta) e due buone pagine di programma. L’ex segretario dei radicali, ieri pomeriggio, dopo parecchie settimane di attesa, ha finalmente presentato il suo movimento che da ora, oltre ad avere un nome (dec!dere), un colore (tra il rosso e il mandarino), un sito (decidere.net ) e un suo contratto (articolato in 13 punti), presto potrebbe avere anche una buona rete di adesioni. O di amici, come direbbe Capezzone.
I tredici “cantieri” con cui l’ex segretario radicale è sceso in campo partendo da una piazzetta sono tredici spunti interessanti. Nell’agenda che Capezzone ha scelto di coniugare all’infinito (“decidere, competere, meritare, trasformare”), il presidente della commissione Attività produttive della Camera, come da sua ammissione, per la sua “offerta pubblica di alleanza” si è voluto ispirare a quelli che potrebbero ormai considerarsi i modelli unici del nuovo e indipendente universo capezzoniano. Si parte, o almeno ci si prova, dall’agenda Giavazzi, si passa per l’esperienza dei Volenterosi (da cui Capezz, oltre il colore, ha eredito anche la grafica del sito), si arriva a Tony Blair, toccando la Francia sarkozista e osservando, con molta curiosità, la rivoluzionaria (e repubblicana) coppia da ticket americano, formata da Rudolph Giuliani e Fred Thompson, che in un primo momento aveva deciso di annunciare proprio il 4 luglio, Indipendence Day, la sua candidatura. Thompson poi ha rinviato, Capezz no. In attesa che il deputato della Rosa nel Pugno presenti un Dpef alternativo a quello del governo, in sei minuti Capezzone, ieri (senza nominare la parola radicale, cosa che però fa nel messaggio di benvenuto sul suo sito, dove conclude con un bel “proviamoci insieme”), ha spiegato su che cosa intende puntare per il nuovo network, che avrà un forum, una chat, un servizio di sms, un aggregatore, parecchi amici (anche in area Confindustria), ma, prima di tutto, avrà due o tre punti con i quali, Capezz, vorrebbe ritagliarsi un profilo a metà tra un Bersani, un Tremonti e un Anders Borg, il giovane ministro delle Finanze svedese. Dunque si parla di rivoluzione fiscale, di una tassa piatta al 20 per cento, di federalismo fiscale, di presidenzialismo sul modello americano, di credito di imposta per scuola e sanità, di privatizzazioni sul modello Aznar (che Capezzone, ultimamente, cita spesso), di un’impresa in un giorno e di un modello welfare che vorrebbe portare, entro il 2018, l’età pensionabile a 65 anni (proposta di legge che Capezz ha già presentato assieme agli onorevoli Tabacci, Della Vedova e Urso). Capezzone, poi, parla anche di superamento degli ordini professionali, di statuto dei lavoratori, di abolizione del sostituto d’imposta per lavoratori dipendenti e di abolizione del valore legale del titolo di studio. Ma la proposta, o meglio, il cantiere su cui l’ex segretario radicale punta, da subito, è anche l’idea più apprezzata da una piccola delegazione del Parlamento finlandese, arrivata qui a Largo Goldoni per ascoltare mr Capezzone e affascinata da quella flat tax che vorebbe far diminuire la spesa pubblica dello 0,4 per cento ogni anno nei prossimi cinque. E’ partendo proprio da quest’idea che Capezz proverà a costruire una rete territoriale che si posiziona un po’ di quà e un po’ di là, che ama il bipolarismo, auspica il bipartitismo, che i finlandesi definiscono “in the middle” ma che, nel giro di un anno, come ammesso tra le righe da Capezzone, deciderà da che parte stare. Anche se, per il momento, il network di Capezz, più che a sinistra, sembrerebbe partire guardando un po’ più in là.
Claudio Cerasa
5/7/07

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