Dopo il circo mediatico-giudiziario, il tribunale annulla gli arresti degli accusati (che intanto sono stati in carcere e alla gogna per 16 giorni). L’avvocato: “Decisione esemplare, rispecchia il nulla probatorio”
Roma. Ieri alle 16 e 21 minuti il Tribunale del riesame di Roma ha accolto il ricorso di cinque dei sei arrestati nell’inchiesta sui presunti abusi sessuali nella scuola materna Olga Rovere, a Rignano Flaminio. Sono stati liberati dal carcere di Rebibbia le maestre Silvana Magalotti, Marisa Pucci e Patrizia Del Meglio, il marito di Patrizia del Meglio (e autore televisivo) Gianfranco Scancarello e il cingalese Kelum Da Silva, il benzinaio del paese a 39 chilometri da Roma riconosciuto dai bambini come il “cattivo, cattivo, uomo nero”. Dopo 16 giorni di custodia cautelare, dopo le intercettazioni, dopo le accuse di violenza sessuale, sottrazione di minore, sequestro di persona, atti osceni in luogo pubblico e associazione a delinquere (accusa però rigettata dal gip), dopo che per mesi a Rignano (e non solo lì) in molti hanno creduto ai presunti stupri, ai diavoli col cappuccio, al sangue bevuto dai bambini, al giochino del ditino, alle patatine violentate, ai pipini infilati nel culetto, dopo tutto questo nel carcere di Rebibbia rimane solo la bidella Cristina Lunerdi: il suo ricorso era stato presentato in ritardo e la sua posizione sarà esaminata il 15 maggio. Le motivazioni dell’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare saranno depositate nelle prossime ore, ma con tutta probabilità le ragioni dovrebbero essere quelle sulle quali hanno puntato gli avvocati della difesa: la mancanza di gravi indizi. “E’ una decisione esemplare che rispecchia il nulla del materiale probatorio. Confidiamo che questa decisione costituisca motivo di riflessione intorno al problema della tutela della libertà personale, che è affrontato troppo superficialmente nel nostro paese”, ha detto l’avvocato Franco Coppi, difensore di Del Meglio e di Scancarello.
La decisione del Tribunale del riesame è clamorosa ma stupisce fino a un certo punto. Nell’inchiesta, che coinvolgerebbe fino a 16 bambini sotto i dieci anni, dal giorno della prima denuncia (il 9 luglio 2006) al giorno dell’arresto (il 24 aprile, 17 giorni fa) tutte le indagini portate avanti dalla procura di Tivoli, così come la struttura dell’ordinanza di custodia cautelare, erano e sono tuttora aggrappate a un’unica prova: quelle parole e quei racconti dei bambini arrivati nelle orecchie dei magistrati tramite le bocche dei genitori, prima, e della psichiatra Marcella Battisti Fraschetti, poi. Ma in tutto questo c’è qualcuno che ha dimenticato che sui bambini le perizie mediche non hanno riscontrato nessun segno di violenza sessuale, qualcuno che si è dimenticato delle incredibili accuse di satanismo (giustificate da qualche cappuccio con le corna trovato nelle case delle maestre), dei nomi sbagliati dell’ordinanza, dei presunti video pedopornografici mai ritrovati, delle infruttuose intercettazioni, dei peluche riconosciuti dai bambini su un monitor della polizia di Bracciano (e non nelle case delle maestre) e di un benzinaio incastrato perché un padre avrebbe raccontato dei sorrisetti e delle occhiate da fidanzatina che la sua bimba si scambiava inequivocabilmente con il benzinaio Maurizio che non si chiamava Maurizio e che non aveva neppure la patente per accompagnare i bambini nelle case degli orchi. Ed è anche per questo che, nonostante il ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni abbia già chiesto scusa per “i comportamenti di gravità inaudita”, nonostante questo le accuse sulla presunta pedofilia a Rignano sono da subito apparse piuttosto deboli. Ora il seguito dell’inchiesta passa al pm della procura di Tivoli, Mauro Mansi, che si ritrova con due possibilità: chiedere l’archiviazione o portare avanti le indagini, nominando un nuovo perito, riascoltando i bambini e chiedendo l’incidente probatorio che il gip Elvira Tamburelli aveva già bocciato la scorsa settimana.
Claudio Cerasa
12/05/07
venerdì 11 maggio 2007
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
Complimenti!
Ma è vero che sei il figlio di Peppe?
Posta un commento