martedì 29 luglio 2008

Il Foglio. "I cocci del CaW". Verini, Ceccanti e Tonini spiegano perché le terme rosse di Ferrero danno ragione al Pd"

Roma. Per quanto Nichi Vendola fosse senz’altro il più veltroniano tra i candidati alla segreteria del Prc, il risultato del congresso di Rifondazione regala a Walter Veltroni non soltanto l’opportunità di rivendicare il concetto che meglio di ogni altro riassume il senso della propria leadership nel Partito democratico – la vocazione maggioritaria – ma per certi versi offre al leader del Pd anche la possibilità di rimettere insieme quel che resta del CaW. La scelta di Paolo Ferrero come segretario di Rifondazione (“Non saremo mai alleati con questo Pd”, ha detto a Chianciano) arriva a poche settimane dalla sostanziale rottura dei rapporti tra l’Italia dei Valori e il Pd e in un certo senso – bocciando il tentativo di allargare a sinistra le alleanze del Pd – costringe il partito a convivere con un’autosufficienza di fatto. Non è un mistero che nelle ultime settimane erano stati i dirigenti più vicini a Massimo D’Alema a intravedere nella candidatura di Vendola la via per “riaprire un dialogo tra la sinistra e i riformisti” ed è anche sotto questa luce che il senatore Stefano Ceccanti (Pd) la mette così: “Da Chianciano è arrivato un messaggio a tutti coloro che hanno tentato frettolosamente di coinvolgere il Pd in una sorta di ‘Unione due’: ‘Signori, lasciate perdere’”. Parlando con il Foglio, inoltre, Walter Verini, deputato del Pd e consigliere di Veltroni, dice invece qualcosa di più e spiega in che senso da ieri il Pd si sia un po’ irrobustito. “Il congresso di Rifondazione rafforza oggettivamente il Pd. Purtroppo da Chianciano esce una forza di sinistra con una vocazione minoritaria che non intende cimentarsi con la sfida del governo. Questo, da un lato conferma che l’essere andati ‘liberi’ alle elezioni è stata una scelta più che mai legittima. Dall’altro lato, però, carica il Pd di nuove responsabilità”. Tra queste c’è sia quella di “continuare a portare avanti un’idea di opposizione dura” sia quella di cominciare “a discutere con la maggioranza in Parlamento su tutto ciò che semplifichi la politica”. Parole simili a quelle usate ieri da W., al termine dell’intervento di Napolitano, e che confermano che forse basterà aspettare settembre per raccogliere i cocci del CaW. Dice al Foglio il senatore Giorgio Tonini (Pd): “Se il nuovo scenario aiuterà a ricompattare il partito, ci potrebbe essere la chance per il Pd non solo di essere sempre più protagonista dell’agenda politica, ma anche di discutere con più serenità con la maggioranza su alcuni temi cruciali per il nostro paese”.
29/07/08
Claudio Cerasa

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