martedì 25 marzo 2008

Il Foglio. "Il Pd fa due conti nel Lazio e decide di “commissariare Marrazzo”

Dopo Prodi e Bassolino, W cancella dall’agenda anche il nome del governatore. E’ arrivato Montino, anche per il caso Alitalia

Roma. Nel formidabile ingranaggio a vocazione maggioritaria del modello Roma, che in quindici anni ha portato due sindaci al Campidoglio, un presidente alla provincia, un governatore alla regione e un segretario al Loft, c’è un nome preciso che la dirigenza del Pd, negli ultimi mesi, ha cercato di nascondere con cura sotto l’agenda democratica delle prossime elezioni. C’è molto imbarazzo, in effetti, quando la nuova stagione di Walter Veltroni (candidato premier), di Francesco Rutelli (candidato a sindaco della capitale) e di Nicola Zingaretti (candidato alla provincia di Roma) sente annunciare il nome di uno dei politici più sexy d’Italia (il settimo, secondo un recente sondaggio dell’associazione donne e qualità della vita); lo stesso che da tre anni governa in quella che sarà una delle regioni decisive nella composizione del prossimo Senato; lo stesso che non si vede e non si vedrà mai sui pullman del Pd; che non si è ancora visto in nessun palco con Rutelli; che ha evitato i fund raising con Zingaretti; e che l’ultima volta che ha stretto in pubblico la mano del segretario del Pd è stato solo quando, ai Fori imperiali, partiva la maratona di Roma. Il punto è che, però, Piero Marrazzo non è un governatore come tutti gli altri: Veltroni e Bettini, infatti, hanno puntato molte fiches sul nome dell’ex conduttore di “Mi manda Raitre”; grazie a lui il modello Roma, appena tre anni fa, ha riconquistato la regione governata da Storace e fino a pochi mesi fa era lo stesso W a parlare ancora, orgoglioso, di “grande collaborazione” tra comune e regione. Poi però è cambiato qualcosa e da qualche tempo il nome di Marrazzo al loft viene visto quasi con lo stesso timore che si ha quando a piazza Santa Anastasia vengono sussurrate le parole “Prodi” e “Bassolino”.
Il fatto, poi, è che il 13 aprile il Lazio di Marrazzo sarà uno dei nodi chiave per il Senato. Ma con un governatore il cui gradimento non è mai stato così basso (meno 4 punti nell’ultimo anno soprattutto per problemi legati alla gestione della Sanità) nella mente dei veltroniani Marrazzo rischia di essere una delle ragioni per cui il Lazio potrebbe finire ancora una volta in mano al centrodestra. I conti fatti al Loft sono semplici: perché due anni fa la Cdl al Senato ha vinto con il 50,2 per cento dei voti – nonostante regione, provincia e comune fossero già in mano all’Ulivo – ma con il modello Roma candidato a Palazzo Chigi e con due nomi pesanti che il 13 e il 14 aprile compariranno nei seggi a fianco di Veltroni (Zingaretti alle ultime europee a Roma prese tanti voti quasi quanto il Cav.; Rutelli è stato già per due volte sindaco a Roma) in cuor suo W crede davvero, in questo modo, di poter rimontare lo svantaggio ereditato. E se i sondaggi molto generosi che giravano venerdì scorso al loft registravano uno 0,5 per cento di scarto con il Pdl, nello staff veltroniano sembra chiaro che per provare a ridurre lo svantaggio è meglio però non nominare troppo il nome del governatore del Lazio. E’ anche per questo che pochi giorni fa il Pd, per evitare problemi, ha affiancato a Marrazzo, come vicepresidente della regione, il veltroniano Esterino Montino. “Di fatto – racconta uno dei candidati del Pd nel Lazio – così la regione è stata commissariata da Veltroni. Il problema è che al loft non è stato gradito il fallimento del governatore nel farsi mediatore dell’intesa tra Pd e socialisti. Marrazzo, che si è messo in competizione con Ottaviano Del Turco, voleva rappresentare nella fase costituente l’area socialista ma come è noto non è andata bene; nel Pd parte della colpa è stata attribuita proprio a lui. Certo, il governatore, che ha scelto di costruirsi un profilo indipendente, non è un politico che ha in dote chissà quali voti; però, questo è il ragionamento che si fa, se parla troppo potrebbe anche far perdere consensi. E in effetti fa anche un po’ impressione, nella partita attorno al caso Alitalia, sentire da una parte un governatore come Formigoni che si spende ogni giorno per rilanciare la Lombardia e Malpensa e un governatore come Marrazzo che fino a poco tempo fa sosteneva, con forza, che ‘Fiumicino deve essere il vero hub del Mediterraneo’ e che oggi, invece, con un’offerta conveniente per il Lazio come quella di Air France, pensa soprattutto al traffico sulla Tiberina e la Salaria”.
Claudio Cerasa
25/03/08

Nessun commento: