giovedì 26 aprile 2007

Il Foglio. "Merendine raus"

Basta distributori di delizie nelle scuole (anche se hanno meno zuccheri di una banana)

Il tegolino ricoperto di cioccolato fondente su velenosissimo pan di Spagna dorato era nascosto tra lo sconvolgente “Ultimo no di Cortina” (basta con le Veline), il clamoroso “Tabù infranto a Venezia” (la prima donna in Gondola), il grande interrogativo sul “Calamaro da 218 metri” (che però non era vero) e gli incredibili orologi di lusso realizzati con i resti del Titanic (orologi di acciaio, molto brutti). E lì, camuffati in mezzo alle notizie di costume, c’erano i tegolini, gli snack, i biscotti, i gelati, i dolci al cioccolato, le noccioline, le pizzette, le patatine alla paprica, la barrette alla nocciola, i biscotti al caffè, le cialde al caramello e tutte le merendine che l’associazione delle industrie dolciarie italiane ha deciso di eliminare dai distributori delle scuole elementari e medie d’Italia; giustificandosi con parole come “valori nutrizionali”, “codici di comportamento”, “sana alimentazione”, “imposizioni normative”, “bambini obesi”, “bambini malati”, “responsabilità delle famiglie”, “ iperinsulismo” e “ ipertensione”.
L’associazione italiana della distribuzione automatica (non è uno scherzo, esiste davvero) ha risposto, seccata, che “non si risolve il problema dell’obesità infantile togliendo le merendine a insegnanti e bidelli” e che comunque, se proprio vogliamo dirla tutta, “i bambini delle scuole elementari e medie inferiori non hanno libero accesso ai distributori automatici che invece sono presenti in luoghi riservati a docenti e personale di servizio e sostegno”. Quindi, niente merendine, niente tegolini, e niente file di fronte ai quei distributori dove il più delle volte paghi per un Kinder Delice e ti ritrovi un caffè con miscela arabica da 65 centesimi, dove tu ti metti in fila e poi dici scusa, ho solo una moneta da due euro, la macchinetta non dà il resto, posso offrirti un buondì, vuoi anche un caffè, ho un’altra monetina, ma stasera sei già impegnata?
Nessuno ha difeso la merendina, nessuno ha ricordato che la merendina non c’entra nulla con l’obesità, come non c’entra nulla – con l’obesità – mettersi di fronte alla televisione, usare l’automobile e guardare gli spot che parlano di tegolini. (Semmai il problema è svolgere una vita troppo sedentaria, non mettere nei distributori automatici gli spinaci al posto delle merendine). Nessuno ha fatto notare all’attentissima Aidi che – tanto per fare un esempio – le università di Oxford e la Peninsula Medical School hanno scoperto che a causare l’obesità potrebbe essere un fattore genetico che si chiama Fto; nessuno ha spiegato che gli obesissimi bambini italiani fanno sport, in realtà, per ben 45 minuti al giorno; nessuno ha ricordato che le banane hanno più zucchero di un tegolino; nessuno ha fatto notare che grazie al cioccolato il cuore batte più in fretta e più a lungo (il battito passa in media da 60 a 140 battiti al minuto, ma da qui a dire che il cioccolato è meglio di un bacio – come scriveva qualche giorno fa Repubblica – ce ne vuole; e poi dipende pure a chi lo si dà, il bacio); nessuno ha fatto notare che togliere le merendine dal distributore di merendine sarebbe come togliere il calcio dalla pay tv. Roba da pazzi.

“Proteggere” i bambini. Da chi?
Ora, è evidente che mangiare 18 tegolini al giorno non faccia bene come non farebbe bene neppure mangiare 16 bananone Chiquita, ma se non si vuole correre il rischio di finire come il Texas (dove in alcune scuole pubbliche i ragazzi per un periodo sono stati perquisiti prima di entrare in classe per evitare che in aula portassero merendine o patatine fritte), se non si vuole finire come il Canada (a Fallingbrook, in provincia di Ottawa, una scuola elementare comunale ha da tempo vietato tutte le merendine per cercare di “proteggere” i bambini), se non si vuole finire come la Francia (in alcune scuole pubbliche è stato già vietato di mangiare merendine durante la ricreazione), sarà certo il caso di preoccuparsi di You Tube, di preoccuparsi dei bambini che toccano le mutande della maestra e di quelli che picchiano i compagni, ma prima che il bullismo salutista ci convinca che la salute è un dovere e non un diritto, prima che ci possano convincere che le merendine facciano davvero più male di un film con Walter Nudo o di una sera passata a parlare di Partito democratico, prima che qualcuno possa davvero credere a studi come quelli fatti dall’Università dell’Illinois (dove in maniera piuttosto accurata si dice che per la prima volta nella storia i bambini sono così obesi che non arriveranno a campare più dei genitori, senza però ricordare che i longevi genitori sono anche loro cresciuti con i pericolosissimi pan di stelle e i gli omicidi Kinder Delice), credete pure ai calamari da 218 metri, ma per favore non toccate i nostri velenosissimi tegolini.
Claudio Cerasa
26/04/07

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