giovedì 20 dicembre 2007

Ho visto l'uomo nero su Libero

«Com’è possibile che la Federazione nazionale della Stampa non abbia mosso neanche una virgola?». Alberto Castelvecchi, editore del libro “Ho visto l’uomo nero. L’inchiesta sulla pedofilia a Rignano Flaminio tra dubbi, sospetti e caccia alle streghe”, se la prende con la stampa e con il sindacato che la rappresenta. Il volume, scritto dal giornalista del Foglio Claudio Cerasa, è stato infatti ritirato dal commercio dieci giorni fa perché, secondo il giudice del tribunale civile di Roma Marta Ienzi, conterrebbe dati che rendono agevole l’identificazione delle presunte vittime, con conseguente violazione della privacy: «Iniziali e nomi dei genitori – spiega Castelvecchi – sono gli stessi resi noti sia dai quotidiani che dai telegiornali». E’ stato Pierluigi Battista a sollevare il caso ieri, dalle pagine del Corriere della Sera: «Sequestrano un libro, imbavagliano un giornalista, e nemmeno l’ombra di uno dei soliti, stentorei comunicanti della Federazione nazionale della stampa?». Il vicedirettore di via Solferino domanda: «Nemmeno una goccia di quell’oceano di sdegno che in altre occasioni ha accolto censure, intimidazioni, intimazioni al silenzio. Perché?». (abbastanza evidente il riferimento al caso “Decameron” di Luttazzi). Il problema, per Castelvecchi, è che «i giornalisti rispetto a certi argomenti si autocensurano: meglio fare informazione di carattere sensazionalistico, piuttosto che passare per innocentisti». Castelvecchi annuncia intanto una «battaglia di civiltà»: tanto per cominciare, chiederà il dissequestro de “Ho visto l’uomo nero”, nelle librerie dallo scorso settembre. Perché quello di Cerasa, sottolinea l’editore, «è un racconto aderente alla realtà, che mette in evidenza le storture che si sono create intorno alla vicenda di Rignano». Una vera e propria caccia alle streghe quindi, «un delirio collettivo. Tanto più che le indagini dei Ris hanno scagionato le maestre della scuola Olga Rovere, accusate di aver abusato dei piccoli alunni». Castelvecchi è già stato vittima di un episodio simile: dieci anni fa pubblicò “Lasciate che i bimbi. Pedofilia: un pretesto per la caccia alle streghe” di Luther Blisset, sul caso dei Bambini di Satana. «Marco Dimitri e la sua setta vennero accusati di pedofilia, ma l’inchiesta finì in un nulla di fatto» ricorda Castelevecchi, che specifica: «In quel caso l’autore accusava pesantemente il pm Lucia Musti, che ottenne la distruzione del libro. Il magistrato denunciò l’abuso di diritto di critica, “fomentata da una volontà persecutoria”». Ma, conclude Castelvecchi, “Ho visto l’uomo nero” non è un libro lesivo. Questa è una questione di libertà e civiltà».
Michele Bisceglia
19/12/07

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