venerdì 26 ottobre 2007

Il Foglio. "A Rignano cinque famiglie vogliono sequestrare il libro su Rignano. Risposta"

Accuse di morbosita’ e di informazioni precise e circostanziate

Sono stato invitato dal tribunale civile di Roma a presentarmi in aula il prossimo sette novembre per essere ascoltato su quanto scritto nel mio libro – “Ho visto l’uomo nero. L’inchiesta sulla pedofilia a Rignano Flaminio, tra dubbi, sospetti e caccia alle streghe” – dopo che le cinque famiglie che per prime hanno denunciato i presunti abusi di Rignano hanno ufficialmente richiesto, “in via d’urgenza”, il sequestro delle mie centosettanta pagine, presentandomi pure una bella denuncia.
I motivi sono questi: riconoscibilità di alcune delle vittime dei presunti abusi e di alcuni dei genitori coinvolti nei fatti di Rignano e “divulgazione di atti relativi al procedimento penale in corso”. Dunque, non so esattamente come funzioni, ma le venti pagine che mi sono arrivate martedì mattina a casa, firmate da alcuni legali delle famiglie di Rignano, accusano me e il mio libro di aver fornito “informazioni precise e circostanziate” e così dettagliate da permettere “una immediata identificazione delle vittime degli abusi e dei loro genitori”, con tutte le conseguenze “in termini di morbosità, pressioni psicologiche, rischi di ulteriori molestie ed atti intimidatori che da ciò possono discendere”. Morbosità, scrivono gli avvocati, aggiungendo che “la vendita e l’ulteriore diffusione non potranno che aggravare la situazione indotta”, e che la mia idea era di “voler sfruttare, ai fini della vendita del volume, la morbosità dei lettori”.
Certo, genitori e legali si sono dimenticati ancora una volta di utilizzare la parolina “presunti” che andrebbe ripescata, accanto alla parola abusi, anche quando si scrive un ricorso, visto che le indagini sono ancora in corso. Peccato però che il punto sia un altro. Nel mio libro, così come negli articoli scritti sul Foglio, credo di aver sempre raccontato in modo sereno il caso di Rignano e credo di aver sempre riportato, senza voler offendere la dignità morale di nessuno, tutte le posizioni in campo (quella degli indagati, quella degli avvocati, quella degli psicologi e quella dei genitori, compresi quelli da me intervistati); limitandomi a riportare i fatti, le parole e gli atti (pubblici) del procedimento per raccontare nei dettagli una complicatissima vicenda giudiziaria, facendo molta attenzione a non riportare i nomi dei bambini (né sul libro, né negli articoli apparsi su questo giornale) e spiegando, in modo credo preciso, come è nato il caso di Rignano Flaminio, come sono nate le contraddizioni di un’inchiesta e come sei persone indagate – che fino a prova contraria sono innocenti, giusto? – sono finite in galera con accuse sì mostruose ma in base a indizi definiti “insufficienti” e “contraddittori”; anche perché i genitori (compresi quelli che hanno appena presentato ricorso) avrebbero ricostruito i fatti di Rignano con “domande suggestive”, e con “denunce, se non sospette, sicuramente particolari”, come raccontato nel mio libro e come successivamente ribadito dalla Corte di cassazione lo scorso dieci ottobre (i virgolettati sono della Corte, non miei).
E se proprio avessi voluto sfruttare la “morbosità dei lettori”, sarebbe stato più semplice per me non riportare le sole iniziali dei nomi di alcuni dei bambini (cosa fatta nel libro); sarebbe stato molto più comodo seguire l’esemplare intervista di un famoso avvocato che difende le famiglie di Rignano e che, il trenta luglio, in un colloquio con la Stampa ha svelato il nome di una bambina vittima dei presunti abusi a Rignano. E lo ha fatto pronunciando il nome per esteso, non con una lettera seguita da un puntino.
Claudio Cerasa
26/10/07

1 commento:

Giorgia ha detto...

Sinceramente non vedo l'oggettività di questa accusa. Ho letto il tuo libro e non mi sembra che in base a delle iniziali si possa riconoscere alcuno. Nessun lettore conosce nome e cognome dei bambini o dei genitori implicati in questo fatto di cronaca, quelli conosciuti lo sono perchè sono stati fatti proprio da alcuni genitori che hanno partecipato ad alcuni talk show perciò non vedo alcuna logica oggettiva in questa accusa. Spero che tu vinca la causa.