giovedì 4 ottobre 2007

Il Foglio. "Dal Pd al dvd"

Il perfetto elettore democrat deve spendere 320 euro per 2.754 pagine Ma i filmati sono a richiesta

Roma. Per semplificare la comprensione delle idee democraticamente indispensabili per le primarie del 14 ottobre, oltre agli appassionanti romanzi epistolari a puntate, con Veltroni che scrive a Repubblica (11 luglio, 5, 24, 30 agosto e 29 settembre), con Letta che risponde sull’Unità, con Bindi che si incazza su Europa e con Adinolfi che risponde con un post, per non perdere neppure una parola dell’imperdibile battaglia delle idee democratiche, ci vogliono esattamente 320 euro per le 2.754 pagine che compongono l’impressionante mole di letteratura democrat; una letteratura composta – ad oggi – dal libro del candidato Letta, dal libro del candidato Adinolfi, dagli 8 libri con W veltroniana stampata su copertina e dagli 11 manuali che, negli ultimi mesi, hanno impreziosito la scoperta del vero significato, non solo dell’alba, ma anche di quel Pd che, se ancora non si vede, lo si legge e lo si trova sugli scaffali anche più di un Camilleri o magari di un Moccia. Ed è, dunque, un incredibile elenco a bassissimo gradiente ormonale che il lettore democratico riconosce in successi sicuri che passano per “la Generazione U” (di Mario Adinolfi), “In questo momento sta nascendo un bambino” (di Enrico Letta), “La fabbrica del programma. Dieci anni di Ulivo verso il partito democratico” (di Giulio Santagata), toccano “Il Partito democratico. Alle origini di un’idea politica”, sfiorano “Quale via per il partito democratico?” e si bloccano sull’emozionante “Domani è un altro giorno. Il racconto di cinque anni di battaglie in Senato. Il progetto dell’Unione. Il Partito democratico”, scritto dal senatore Willer Bordon, che non ha avuto neppure il tempo di trovarlo in libreria che subito si è ritrovato a dire “che non entrerà mai nel Partito democratico”.

Una lunga lista dalla A alla W
Lista che però trova una sua storia a parte nel pantheon letterario che il sindaco di Roma ha copiosamente costruito negli anni (ma soprattutto negli ultimi mesi); una travolgente escalation editoriale piuttosto efficace nell’andare ad anestetizzare qualsiasi tentativo di isolare una singola idea forte del grande candidato del Pd; una lista composta da classici come “La Scoperta dell’Alba”, “Che cos’è la politica” (con dvd), “La nuova stagione. Contro tutti i conservatorismi”, “Il disco del mondo. Vita breve di Luca Flores, musicista” (con o senza dvd), “Il sogno spezzato. Le idee di Robert Kennedy”, “La rivincita di Roma Ladrona” (su Walter Veltroni, di Stefano Marroni), “L’audacia della speranza. Il sogno americano per un mondo nuovo” (di Barack Obama, ma con introduzione di Walter Veltroni), “Berlinguer. La sua stagione” (con dvd, ma solo a richiesta); volumi che – capita soprattutto nelle librerie romane della Feltrinelli – sono spesso maliziosamente affiancati, oltre che dai libri di Salvati e Macaluso, da un significativo pamphlet di Giulio Marcon: “Come entrare in politica senza entrare in nessun partito”. Ed è un elenco indubbiamente interessante, magari non seducente, un elenco che forse potrà anche essere arricchito da saggi veltroniani sul “basket, metafora della nuova stagione” scritti a quattro mani con Michael Jordan, con introduzioni di Jury Chechi e con progetti grafici di Fuksas; ma è, questo, un elenco per certi versi anche un po’ preoccupante per l’elettore democratico: che – pur trovandosi nella posizione privilegiata di chi può leggere e studiare quasi 3.000 pagine dedicate a un partito che non si vede ma si legge altroché, ed essendo poi abituato a una letteratura politica che fino a qualche tempo fa si limitava nella travagliesca demolizione preventiva del nemico – ecco, ora il lettore democrat si perde in questo prosperoso pantheon letterario (inclusivo più che esclusivo); non riesce più ad associare una singola idea a un singolo candidato; e finisce, l’elettore – ma anche il Pd – per sentirsi sempre più simile al “Penso positivo” di Jovanotti (con un Pd “che passa da Che Guevara e arriva fino a Madre Teresa, passando per Malcom X attraverso Gandhi e San Patrignano”); e finisce che pantheon e Pd siano sempre più simili alle parole scritte da W in “Io e Berlusconi (e la Rai)”, dove W in uno dei passaggi più piccanti spiega, seriamente, che la tv “è facile guardarla, ma difficile vederla”; era il 1990, si scriveva di Rai, ma sembra proprio sentir parlare, più che di tivvù, proprio di Piddì.
Claudio Cerasa
5/10/07

Nessun commento: