Gli Angelucci vogliono l’Unità non per andare contro Veltroni ma per sedersi al tavolo con lui
Roma. Loro chiedono “capitali freschi”, “investimenti”, “garanzie”, “autonomia”, “identità” e magari anche un po’ di “sviluppo”; loro chiedono di essere ascoltati, chiedono di essere ricevuti e chiedono – soprattutto oggi – di non essere più così incredibilmente ignorati. Chiedono questo i giornalisti dell’Unità, chiede questo il cdr del giornale diretto da Antonio Padellaro nel comunicato pubblicato proprio ieri dal quotidiano dei Ds. Un comunicato che arriva nello stesso giorno in cui il Sole 24 Ore, con un articolo informato a firma di Orazio Carabini, ipotizza che un asse composto da Cesare Geronzi, da Massimo D’Alema, da Guido Rossi e dalla famiglia Angelucci sarebbe già pronto a lanciare l’assalto decisivo per l’acquisto del giornale dei Ds; approfittando magari della “freddezza” mostrata da Walter Veltroni nei confronti di quel quotidiano diventato oggi terreno di confronto delle attenzioni economico-finanziarie che ruotano attorno al nuovo Partito democratico; e quindi allo stesso Walter Veltroni.
Dopo le voci arrivate quest’estate su un possibile interessamento della famiglia Moratti al quotidiano dei Ds, ipotesi poi smentita dallo stesso Moratti, secondo quanto riportato ieri dal Sole, la famiglia Angelucci – oggi editrice dei quotidiani Libero e il Riformista, nonché padrona dell’impero sanitario Tosinvest –, sarebbe a un passo dall’accordo con Marialina Marcucci, presidente del consiglio di amministrazione della società che controlla il giornale, la Nuova Iniziativa Editoriale. Come? Con l’appoggio di Geronzi (oggi numero uno di Mediobanca, ieri numero uno di Capitalia, del cui patto di sindacato facevano parte gli Angelucci), con quello dell’“interlocutore preferito” dello stesso Geronzi, “Massimo D’Alema”, e “sotto la regia di Guido Rossi”. Il momento in effetti sembra essere molto delicato, visto che la stessa Marcucci – che proprio quest’estate aveva già chiesto al segretario diessino Piero Fassino e al tesoriere Ugo Sposetti una mano nell’irrobustire il nuovo assetto azionario del giornale – avrebbe firmato lo scorso 24 ottobre un preliminare di acquisto sul quotidiano da circa 17 milioni di euro con gli Angelucci. Un accordo arrivato giusto poche settimane dopo l’ultimo aumento di capitale da due milioni di euro deliberato dall’assemblea dei soci del quotidiano romano.
La vera preoccupazione
Se dunque è vero che il futuro dell’Unità verrà deciso nelle prossime settimane, e se è vero che le due pedine più attive negli ultimi mesi sono state le famiglie romane dei Toti e degli Angelucci, secondo una fonte autorevole del Foglio è da escludere che gli Angelucci si stiano muovendo in chiave anti Walter Veltroni. L’operazione potrebbe invece essere un po’ diversa, ed è anche per questo che al numero 25 di Francesco Benagli, sede dell’Unità diventata oggi per stessa ammissione dei suoi cronisti “molto veltroniana” – siano sostanzialmente inesistenti i giornalisti in “rivolta” contro gli Angelucci, come scritto invece ieri da Monica Guerzoni sul Corriere della Sera (gli Angelucci sono stati azionisti dell’Unità dal 1998 al 2000 con una quota del 20 per cento e nello staff veltroniano non sono considerati assolutamente “antiveltroniani”, come raccontano al Foglio). Certo, un asse tra Geronzi e D’Alema non è da escludere, ma la famiglia Angelucci sembra si stia giocando le carte in un’altra chiave: cioè entrare a far parte del pacchetto di controllo dell’Unità e avere così un posto a quel tavolo attorno al quale, prima o poi, il sindaco di Roma sarà costretto a parlare del futuro del giornale dei Ds.
Quindi il problema degli Angelucci, così come quello degli altri poteri forti un po’ trascurati da Veltroni, è quello di imporlo, il dialogo a W. Non sarebbe neppure una novità questa, visto che – come ha scritto l’Espresso poche settimane fa – gli stessi Angelucci, chiedendo aiuto all’ex vicedirettore del Riformista, Paolo Soldini, già membro dello staff di W, avevano cercato di fissare un appuntamento con Veltroni, ma con scarsi risultati. Solo che il vero problema, come lasciato intuire ieri dal cdr dell’Unità, è che Veltroni non sembra avere molta voglia né di ricevere gli Angelucci né tantomeno di parlare con i giornalisti dell’Unità del futuro di quel giornale diretto da W appena 15 anni fa.
Claudio Cerasa
31/10/07
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