venerdì 8 giugno 2007

Panorama. "L'oligopolio delle onoranze funebri"

Quando lo scorso ventisei maggio l’Antitrust segnalava ai presidenti di Camera e Senato le gravi distorsioni del mercato nel settore delle onoranze funebri, l’autorità garante di Antonio Catricalà aveva in mente un punto chiave dove far cadere l’attenzione dei parlamentari italiani sullo strano caso del caro-vita del caro-morte. Da circa due anni, l’Antitrust ha scelto di monitorare le sospette attività commerciali sia degli operatori funebri, sia quelle dei gestori delle camere mortuarie. Che cosa succede in questo momento in Italia? Succede che i gestori delle camere mortuarie e in particolare le amministrazioni ospedaliere hanno creato una sorta di monopolio del funerale, affidando il controllo delle camere mortuarie ad alcuni operatori precisi. Operatori che possono essere sia pubblici che privati ma che comunque, trovandosi direttamente all’interno degli ospedali e trovandosi nella condizione di essere scelti direttamente dalle famiglie del defunto, costituiscono uno dei maggiori ostacoli alla concorrenza del settore e uno dei principali motivi per i quali i funerali in Italia costano così tanto. Il motivo è semplice. L’operatore che ha la possibilità di mettersi immediatamente in contatto con la famiglia del defunto, è evidentemente avvantaggiato rispetto a chi non ha contatti direttamente negli ospedali ed è quindi libero di alzare i prezzi a suo piacimento. Il problema è ancora più grave se si pensa che il regime, così si chiama, di esclusività, spesso riguarda anche società comunali. E non possono quindi sorprendere i dati presentati dall’associazione Help Consumatori, secondo i quali in otto tra le più importanti città italiane, la spesa per i funerali è aumentata sempre di più negli ultimi anni, arrivando a toccare a Roma i 2.155 euro di media e a Milano, città più cara d’Italia, i 3.575 euro.
Claudio Cerasa
8/7/07

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