sabato 23 dicembre 2006

L'antisegolene è Paris. Così l’ereditiera più famosa del mondo ha creato un impero (assieme al chihuahua) per dare una lezione alla Royal (Il Foglio)

“Nessuna donna si sposa per denaro;
sono tutte tanto astute, prima di
sposare un miliardario, da innamorarsene”.
Cesare Pavese


Paris Hilton è la settima persona più
conosciuta (su Internet) in Australia,
la sesta in Canada, la decima in Danimarca,
la terza in Finlandia, la terza in
Germania, la dodicesima in Irlanda, l’ottava
in Nuova Zelanda, la sesta nelle Filippine,
la terza in Polonia, la quinta in
Sud Africa, l’ottava in Svezia ed è la prima
del mondo, secondo Google. Paris
Hilton ha venticinque anni, è un’attrice,
una cantante, un’ereditiera e una modella.
Guadagna mezzo milione di dollari
per ogni spot pubblicitario, ha ereditato
300 milioni di dollari da nonno Hilton,
ha scritto un libro, è nata lo stesso
giorno dell’Adriano dell’Inter, è nata lo
stesso giorno di Leonardo Pieraccioni, è
una grande amica di Britney Spears, ha
lo stesso agente di Bob Dylan, ha creato
un profumo, ha creato un club, è diventata
un videogioco, ha inciso un disco
(con cui ha venduto due milioni di copie),
ha inciso un singolo (con il quale
in cinque giorni è entrata in classifica
in Australia, in Germania e in Brasile).
Paris Hilton è bionda (ma si tinge), ha
gli occhi azzurri (ma porta le lentine colorate),
recita al cinema, ma recita anche
a teatro, recita in televisione, recita
anche nelle fiction, recita nei talk show
e recita nelle pubblicità; Paris Hilton ha
recentemente perso una Bentley Continental
GT da 150 mila euro giocando al
casinò di famiglia a Las Vegas. Paris
Hilton prima che cominciasse a viaggiare
in Europa credeva che in Europa tutti
parlassero francese e prima di arrivare
in Inghilterra non sapeva che Londra
si trovasse effettivamente proprio in Inghilterra.
Paris Hilton è recentemente
diventata anche un virus informatico e
pochi giorni fa il celebre regista indiano
Rajeevnath ha chiesto a Paris Hilton
di diventare la protagonista del suo
prossimo film. Rajeevnath ha detto di
aver apprezzato la scelta di Paris di non
posare nuda per Playboy. Nel film, Paris
Hilton interpreterà la parte di Madre
Teresa di Calcutta.
Prima che venisse fotografata completamente
ubriaca dentro una limousine
assieme a Britney Spears (anche lei
ubriaca e a quanto pare senza mutandine),
l’immagine più recente di Paris Hilton
è quella in cui la ricca ereditiera
viene ripresa in uno spot pubblicitario
di una marca di telefonini il cui nome si
trova giusto in mezzo al numero “due” e
al numero “quattro”. Nello spot in questione,
Paris Hilton, particolarmente annoiata,
scende da una limousine nera,
incontra Claudio Amendola, lo guarda,
si avvicina e inizia un dialogo che si concluderà
con un’immagine un po’ sfocata
della ricca ereditiera. Nella pubblicità,
la ricca ereditiera giocando sulla notorietà
della scarsa stabilità dei suoi rapporti
di coppia, apre la bocca e fa: “Meglio
cambiare, no?”. Nei circa 39 secondi
di pubblicità, pur mostrando un italiano
ben più convincente del conturbante
Claudio Amendola, Paris Hilton
(le abbiamo contate) utilizza ventidue
parole. Undici di queste sono in lingua
madre, cioè l’inglese. Le altre undici sono
in italiano e sono sempre le stesse
(“Meglio cambiare, no?”) con una decisiva
aggiunta nel secondo periodo: “Qualche
volta bisogna cambiare, no?”. Nella
prima versione mandata in onda dal gestore
di telefonia mobile, Paris Hilton
parla, ed è proprio lei che parla, si sente,
si capisce che è la sua voce. Ma pur
pronunciando soltanto undici parole in
italiano di cui molte uguali, Paris Hilton
è stata incredibilmente doppiata. E, osservando
con attenzione la pubblicità, si
nota distintamente che la voce di Paris
Hilton, pur essendo una cantante, pur
essendo un’attrice, pur essendo un’imprenditrice
e pur essendo una donna
dello spettacolo, non è più la voce di
quel genio di Paris Hilton. E questo è
molto da Paris Hilton.
Negli ultimi mesi, Paris Hilton è finita
sui giornali grazie a una serie di considerevoli
occasioni. E’ finita sui giornali
quando ha perso la sua cagnetta,
quando ha spiegato che la sua cagnetta
si chiama Tinkerbell, quando ha spiegato
che la sua cagnetta si chiama proprio
Tinkerbell come la Tinkerbell (che in
inglese significa Campanellino) di Peter
Pan. Paris è finita sui giornali quando
ha spiegato che in realtà la sua cagnetta
non era stata persa ma era stata rapita,
quando era stato ipotizzato che la
sua cagnetta fosse stata rapita perché in
quel momento indossava un vestito
Dior, quando poi si è scoperto che la sua
cagnetta forse non vestiva Dior ma vestiva
Armani, quando poi ha nuovamente
dato conferma del rapimento della sua
cagnetta, quando poi ha spiegato che
per colpa dell’assenza della sua cagnetta
non sarebbe stata in grado di incidere
un disco, quando poi ha rassicurato i
suoi fan di essere comunque pronta a
presentare il suo futuro disco (poi si
scoprì che il suo disco Paris lo aveva inciso
da diversi mesi) ed è inoltre finita
sui giornali quando ha ufficializzato che
effettivamente la sua cagnetta non era
mai stata rapita. Ancor più recentemente,
Paris Hilton è finita sui giornali
quando è stata arrestata, quando è stata
fotografata visibilmente ubriaca,
quando è stata vista a spasso con Britney
Spears e quando ha ritenuto opportuno
spiegare perché si sentisse un po’
Madonna e un po’ Marilyn Monroe. Anzi,
Paris è stata molto più precisa e ha
detto esattamente così: “Non c’è nessun
altro al mondo come me. Penso che ogni
decade abbia la sua icona bionda, come
Marilyn Monroe o la principessa Diana.
E, ora, sono io quell’icona”.
Paris Hilton è un genio. E’ un genio
perché riesce a essere esattamente
quello che gli altri credono che lei sia,
semplicemente senza dire nulla, senza
saper recitare, senza saper parlare, senza
saper cantare, senza sapere investire
un dollaro, senza saper fare neanche
una pubblicità. E, nonostante questo,
Paris Hilton riesce a fare tutto. Perché
sa quando fare la battuta e sa quando
non deve farla. Sa quando mostrare la
coscia e quando portare a spasso la cagnetta
con il vestito giusto al momento
giusto con il miliardario giusto di fronte
all’hotel giusto con la telecamera giusta
e il reggiseno giusto.
Capisci davvero che cosa significa essere
Paris Hilton quando vai in libreria
e dopo esserti messo in fila, aspettato il
turno, fatto aumentare la fila, aspettato
la commessa, aver fatto aumentare ancora
la fila, aver visto la commessa, aver
raggiunto la commessa e dopo aver nominato
la parola “Paris” e poi la parola
“Hilton” assicurandoti di aver separato
il più possibile il nome “Paris” da quello
“Hilton” (per non far capire che il libro
che stai comprando è effettivamente
un libro di Paris Hilton), dopo aver messo
sotto braccio un volume che si chiama
“Confessioni di un’ereditiera” (scritto da
lei, 12 euro), scopri che non c’è nessuno
che non sappia chi è quella ragazza che
sulla copertina del libro è sdraiata su
uno sfondo rosa, con le guance gonfie,
truccata malissimo, con un bracciale orribile,
i capelli tinti, le gambe storte, un
vestito rosa, una canottiera rosa e una
pelle più rosa della canottiera già particolarmente
rosa. Scopri che chiunque
senta parlare di Paris Hilton vuole sapere
per quale razza di motivo si debba
parlare di Paris Hilton. Capisci che Paris
Hilton riesce a incuriosire pur essendo
continuamente sovraesposta (solo Barack
Obama ha detto di “essere così sovraesposto
da essere riuscito a far passare
Paris Hilton per una reclusa”). Riesci
a capire perché Paris Hilton – pur essendo
molto meno bella di Ségolène Royal –,
riesca essere più bella di Ségolène Royal
e per certi versi anche più astuta.
Paris Hilton è l’anti Ségolène perché
Paris, a differenza di Ségolène, riesce a
farsi perdonare per essere una donna
famosa che porta la gonna. Perché Paris
riuscirebbe perfettamente a farsi perdonare
anche senza portarla affatto, la
gonna. Perché Paris Hilton riesce a far
parlare di sé senza dir nulla, riesce ad
essere continuamente sovraesposta pur
non esponendo nulla, riesce a essere
una bomba erotica riuscendo a essere
nello stesso tempo né erotica né tanto
meno una bomba. Perché l’impressione
che si ha è che, quando si parla di Ségolène,
si debba dire brava, ancora brava,
davvero brava e solo dopo – per non
offendere nessuno – si possa dire anche
“bella”. L’impressione che si ha è che
Ségolène – in alcuni momenti – è come
se cercasse di far dimenticare agli altri
che lei è effettivamente una donna. E’
come se – a volte – volesse negare che è
anche grazie a “quella sua seduzione di
genere che incarna”, che lei è arrivata
dove arrivata, come scritto su questo
giornale due settimane fa. Perché la
femminilità che incarna Ségolène è una
forza fino a quando qualcuno non nota
che effettivamente la sua femminilità, a
volte prevale sul resto. Perché Ségolène
Royal difficilmente ammetterà di essere
brava anche perché è una bella donna.
Perché – si dice – non è carino dire
che la sua seduzione personale, a volte,
arriva ben prima della seduzione politica.
Perché – si pensa – non è elegante ricordare
che Ségolène è arrivata dove
arrivata forse perché è anche la compagna
di François Hollande, numero uno
del partito socialista francese.
Paris Hilton, invece, non ha nessun
problema ad ammettere che lei ha sedotto
tutti semplicemente perché è una
donna, semplicemente perché fa finta di
essere bella e semplicemente perché
riesce benissimo a far finta di essere
bella. Non ha nessun problema ad ammettere
che lei ha sedotto tutti semplicemente
perché lei è figlia di Rick e
Kathy Hilton, e cioè i figli dell’inventore
dell’Hotel Hilton. E non ha nessun problema,
Paris, a ricordare che nonno Hilton
le ha lasciato qualcosa come 300 milioni
di dollari. Paris Hilton, invece, non
ha nessun problema ad ammettere che
lei è diventata famosa con un video amatoriale
finito incidentalmente su Internet
(la parola, incidentalmente però, la
usa soltanto Paris Hilton). Di quel video
che Paris Hilton ha girato a Las Vegas
nel 2003, nel giorno del suo compleanno
in compagnia del fidanzato, viene ricordato
soprattutto il suo interessante movimento
di bacino qualche centimetro
sotto l’addome del fidanzato, in quel momento
accidentalmente completamente
nudo e piuttosto eccitato. Anche Paris
era nuda e il complimento meno volgare
arrivato a Paris Hilton dopo questo
video finito casualmente su Internet, finito
casualmente sulla prima pagina
del New York Post di proprietà di Murdoch
proprio qualche settimana prima
che – incidentalmente – Paris Hilton debuttasse
in un’incredibile serie televisiva
(“The Simple Life”) assieme alla figlia
del cantante Lionel Richiel proprio
sulla Fox di proprietà di Murdoch, è
stato che Paris Hilton a letto in fondo
non è granché. I fidanzati successivi,
che non sono pochi, però non confermano.
Solo uno, lasciato subito da Paris
Hilton, ha provato a suggerire che le
prestazioni erotiche di Paris Hilton sono
simili a quelle che si potrebbero avere
con un frigorifero di un metro e ottantaquattro
centimetri.
Paris Hilton è un genio perché ha
professionalizzato quella non bellezza
che riesce a diventare bellezza. L’essere
contemporaneamente cantante, attrice
e musicista, riuscendo a non essere
contemporaneamente né una cantante
né un’attrice né una musicista. Anche
questo è un lavoro.
Ma questo è esattamente il contrario
di quello che è stato detto da Andrea
Scanzi giovedì 21 sulla stampa. Non è vero
che la più grande dote di Paris Hilton
sia quella di non avere doti. Perché da
tre anni Paris Hilton viene fotografata,
viene filmata, viene chiacchierata, sognata,
odiata, discussa, pagata, invocata,
per essere semplicemente Paris Hilton.
Il che non significa essere un non talento,
non significa essere un sogno quasi
proibito e soprattutto, come invece scritto
da Scanzi, non significa che Paris Hilton
porta con sé il messaggio del “se c’è
l’ha fatta lei ce la possono far tutti”. Il
mito di Paris Hilton serve soltanto a chi
già un po’ famoso lo è. E’ soltanto grazie
a Paris Hilton che Britney Spears può
dire, non è vero che sono come Paris. Ed
è per questo che Paris Hilton viene fatta
conoscere. Paris viene fatta conoscere
per dare la possibilità, agli altri, di riconoscere
cosa è trash e cosa non lo è.
Cosa è femminile e cosa è volgare. Cosa
è trasgressivo e cosa invece è un po’ da
troietta. Paris Hilton è la rappresentazione
perfetta dello stereotipo femminile,
così come – per capire –- Costantino
Vitagliano è il perfetto stereotipo del
trash del macho latino.
Ma l’esistenza di Paris Hilton è anche
l’unica ragione grazie alla quale scrittori
come Alessandro Baricco possono
scrivere parole di grande intensità letteraria
tipo: “Fanno delle cose, le donne,
alle volte, che c’è da rimanerci secchi.
Potresti passare una vita a provarci: ma
non saresti capace di avere quella leggerezza
che hanno loro, alle volte. Sono
leggere dentro. Dentro”, senza che nessuno
gli dica che le straordinarie parole
usate in “Oceano Mare”, possono esistere
perché esiste solo una donna che apparentemente
non è così, cioè Paris Hilton.
Se non ci fosse Paris Hilton, come
farebbe Ségolène Royal a non offendersi
rileggendo quello che diceva Oscar
Wilde, e cioé che “le donne non hanno
niente da dire, ma lo dicono benissimo”.
L’errore più clamoroso che si può fare
pensando a Paris Hilton è l’errore
che fa Natalia Aspesi su Repubblica,
quando prova a spiegare il significato
del boom di questo presunto “divismo
domestico”, dove tutto viene mostrato
per dimostrare di aver qualcosa da mostrare.
Ma Paris Hilton è un genio perché
non ha svenduto nulla della sua vera
vita privata (a meno che non si voglia
credere che per vita privata s’intendono
le foto, le limousine, le pubblicità, gli hotel).
Perché della vita privata di Paris
Hilton, in realtà, non si sa nulla. Si sanno
pochissime cose. Per esempio che ha
un occhio più piccolo dell’altro. Per
esempio che secondo lei non si esce mai
la notte degli Oscar, che non si esce mai
quando piove (a meno che non si ha un
ombrello di Gucci), che non si portano
mai i bagagli da soli, che non si fanno
mai le file per vedere i film, che non si
vede mai un film se non è una proiezione
privata, che non si indossa mai un vestito
con cui è stata fotografata un’altra,
che un’ereditiera non si comporta mai
da bisognosa, che se un’ereditiera si
sente insicura deve fare un po’ di shopping;
che se un’ereditiera non si sente
ancora sicura va a Parigi, che se un’ereditiera
non si sente ancora sicura allora
deve andare a Saint Tropez. Paris Hilton
sa, molto più di Ségolène, che una
donna (soprattutto se è ereditiera e soprattutto
se è sempre una costante e
stretta osservazione) deve essere sicura
di se stessa e deve essere così sicura di
se stessa da ridere anche un po’ di sé.
Deve essere in grado di capire che se
sei la prima che ride di se stessa nessuno
sentirà il bisogno di farlo alle tue
spalle. Perché se ridi tu per prima non
solo hai tolto agli altri ogni potere ma
sei riuscita anche a far sorridere tutti,
come scrive la stessa Paris Hilton nel
proprio libro all’interno del quale uno
dei maggiori scoop editoriali è senz’altro
il diario segreto in cui la cagnetta
Tinkerbell racconta se stessa.
Di Paris Hilton si sa poco, però si sa
che nel 2005 (solo per aver fatto qualche
comparsata in qualche festicciola), ha
incassato sei milioni di dollari. Sei. Solo
per entrare in un locale, alzare la manina,
mostrare la borsetta, sorridere, ricordare
che il proprio cagnolino è un
chihuahua, ricordare che il proprio cagnolino
si chiama Tinkerbell, ricordare
che i fidanzati non devono piacere a lei
ma solo al cagnolino, ricordare che il cagnolino
una volta è stato rapito e ricordare
– sorridendo – che per ogni cazzatella
che fa viene pagata circa 200 mila
dollari. Sembra facile, ma non lo è. Provate
a immaginare, soltanto a immaginare
di far credere a tutto il mondo di essere
belle pur non essendo neanche più
belle di Ségolène. A far finta di essere le
più fiche pur avendo sempre lo stesso
sorriso. Provate voi a a dire a tutti di
avere un lato del viso molto più bello
dell’altro e riuscire a farvi fotografare
sempre dal lato sbagliato.
Ma nonostante tutto questo Paris
Hilton incuriosisce, piace, è famosa, è
ricca e il suo libro – per ora – è introvabile.
Nonostante tutto questo, Paris Hilton
è fondamentale per tutte quelle
persone che hanno bisogno di una come
Paris Hilton per poter dire: “Ehi,
non sono mica come Paris Hilton”. Perché
Paris Hilton è forse una delle pochissime
donne al mondo a cui può essere
addossato qualsiasi tipo di insulto
e qualsiasi tipo di perfido stereotipo
senza che nessuno si alzi in piedi per
invocare la misoginia. Ed è anche per
questo che dire che Paris Hilton è
senz’arte né parte (come scritto dal Corriere
il 28 settembre) è falso, falso, falso.
Perché Paris ha un’arte, ha una parte
e ha pure un mare di soldi, oltre che
un mare di fidanzati, oltre che un mare
di successo. Perché se Paris Hilton fosse
senza arte né parte, Roberto Cavalli
non avrebbe certo chiamato in passerella
la sua sorellina Nicky. Perché, se
Paris Hilton fosse senza arte né parte,
il suo chihuahua non andrebbe in giro
con i cappottini firmati Chanel.

Claudio Cerasa

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