Roma. L’ex consulente della commissione Mitrokhin Mario Scaramella sarà interrogato oggi pomeriggio dal gip del Tribunale di Roma Guglielmo Muntoni nel carcere di Regina Coeli. Scaramella è stato arrestato dagli agenti romani della Digos domenica 24 dicembre all’aeroporto napoletano di Capodichino, dove era appena arrivato con un volo British Airways proveniente da Londra. Il trentaseienne napoletano è attualmente indagato dal pubblico ministero romano Pietro Saviotti per il reato di traffico d’armi e violazione del segreto d’ufficio. Ma il reato che ha portato all’ordinanza di custodia cautelare – per Scaramella – è stato quello di “calunnia aggravata e continuata”. A Scaramella è contestato il reato di aver attribuito a un cittadino ucraino “la realizzazione di attentati in Italia” organizzati ai danni dello stesso Scaramella e del senatore Paolo Guzzanti. Ma Scaramella è anche accusato di aver fornito alla commissione parlamentare Mitrokhin (commissione presieduta nel 2002 dal senatore di Forza Italia Paolo Guzzanti) notizie infondate per accreditarsi “nel suo ruolo di consulente della commissione”. In pratica, Scaramella avrebbe falsificato il suo curriculum. In un primo momento, il reato di traffico d’armi era però stato contestato anche dalla procura di Napoli, ma la stessa procura ha poi trasferito per competenza il fascicolo alla procura romana, dato che Scaramella ha operato come giudice onorario nella sezione distaccata del tribunale di Napoli a Ischia.
L’arresto di Scaramella è stato ripreso con una certa enfasi anche dalla Bbc, dal New York Times e dalla Cnn (che ha segnalato la notizia con una breaking news). Ma più che per i suoi risvolti italiani, la stampa internazionale è rimasta affascinata dagli intrecci che legano Scaramella e l’ex agente segreto russo Aleksandr Litvinenko, ucciso da una dose letale di polonio 210 lo scorso 23 novembre. Litvinenko è stato avvelenato a Londra il primo novembre. Proprio in quel giorno, Litvinenko ha incontrato Scaramella – suo contatto italiano – al Itsu Sushi bar di Piccadilly. Ventidue giorni dopo il russo è morto all’University College Hospital, cioè lo stesso ospedale dove Scaramella è stato ricoverato durante i primi giorni di dicembre quando aveva in corpo “cinque volte la dose mortale di Polonio 210”, come raccontato al Tg2 dallo stesso Scaramella. Scaramella diceva di sentirsi molto male, i giornali inglesi sostenevano che stesse bene, Guzzanti rispondeva di smetterla con questa logica della rassicurazione perché “Scaramella morirà”, i giornali inglesi un po’ maliziosamente facevano notare – ancora – che Scaramella non aveva alcun sintomo da polonio e c’era anche chi ipotizzava che lo stesso Scaramella sarebbe stato coinvolto nell’avvelenamento di Litvinenko.
“Non rientra nelle indagini su Litvinenko”
Ma per quale motivo non è stata direttamente la polizia britannica ad arrestare Scaramella? Da Scotland Yard fanno sapere che la questione relativa all’ex consulente Mitrokhin è “solo ed esclusivamene delle autorità italiane” e che l’arresto “non rientra nelle indagini sulla morte di Litvinenko”. Scaramella è uscito dall’ospedale londinese il 6 dicembre, ma dopo questa data ha continuato a far parlare di sé. Per due motivi in particolare. Ha fatto parlare di sé quando il senatore Guzzanti ha rivelato che Scaramella avrebbe richiesto a lui direttamente un importante incarico internazionale (un posto all’Onu o a Vienna) e ha fatto ancor più parlare di sé quando alcuni quotidiani hanno pubblicato intercettazioni telefoniche all’interno delle quali Scaramella spiegava la possibile vicinanza al Kgb di Romano Prodi, Oliviero Diliberto e Pecoraro Scanio (che nei brogliacci figurava sia con il nome di “Pecorasky” che con quello di “Culattosky”). Lo stesso Paolo Guzzanti, molto attivo in questi giorni sul suo blog, racconta che Scaramella (da Londra) gli avrebbe confidato di aspettarsi un arresto. Il legale di Scaramella, Sergio Rastrelli (che ieri pomeriggio ha trascorso quattro ore con il suo assistito, detenuto in isolamento nel carcere di Regina Coeli), ha però smentito tutto.
La notizia dell’arresto ha infine suscitato interesse nella maggioranza di governo. Il 24 dicembre il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, ha spiegato che sarebbe importante chiarire tutto il prima possibile perché – ha detto Mastella – “mi pare che la trama fosse una trama volta a creare problemi in larga misura al centrosinistra e al presidente Prodi”.
Claudio Cerasa
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