Poteva dire: «I conti pubblici, evidentemente, non erano poi in uno stato così disastroso». Invece no: Silvio Berlusconi ha sostenuto, da par suo, di avere lasciato al centrosinistra addirittura «dei conti coi fiocchi», facendo sfoggio di quella smagliante impudenza, di quella sensazionale bugiardaggine che manda in brodo di giuggiole milioni di italiani.
«Coi fiocchi», se ci pensate bene, se riferita a un capitolo penoso e ostico come i conti pubblici, non è neanche una bugia. È molto di più, è una contraffazione totale, un ribaltamento di mondi, è la sostituzione della realtà (in blocco) con la fiction. È come se, al ristorante, uno ti scodellasse sul piatto una merda fumante e ti dicesse, con il migliore dei sorrisi, «guardi qui che meraviglia, signore!». Tu non riesci neanche ad arrabbiarti. Neanche a reagire. Neanche a difenderti. Semplicemente rimani sbigottito, poi ti guardi in giro cercando conforto in qualche vicino di tavolo. Ma se il tuo vicino di tavolo è berlusconiano, non sperare che ti dica che quella che hai davanti è una merda. Tra la tua espressione mesta e il sorriso contagioso di Silvio, ha già scelto Silvio. Ammesso che quella sia una merda, è una merda coi fiocchi.
giovedì 4 gennaio 2007
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