sabato 23 agosto 2008

Il Foglio. "Veltroniani abbandonati da Veltroni. Il Pd scopre la sindrome da congresso"

Roma. Ci sono molti punti di osservazione per studiare l’attuale stato di salute del Partito democratico e ci sono molti modi per capire da dove nasce la psicologia un po’ declinante del più recente veltronismo. Torino, Cagliari, Firenze e Bologna sono tutte immagini di un attacco che arriva alle centrali periferiche della segreteria di W. Ma dietro alle più o meno avvincenti polemiche estive su Sergio Chiamparino e Leonardo Domenici c’è un tema – quello del congresso – che meglio degli altri riassume l’ultimo tentativo di dare ossigeno alla leadership di Walter Veltroni. Ci hanno provato Enrico Morando, poi Giorgio Tonini, quindi Sergio Cofferati e i più fedeli custodi della dottrina veltroniana tenteranno fino al prossimo ottobre di far cambiare idea al segretario sul congresso del Pd. Un congresso che il leader del partito ha sostanzialmente svuotato di un vero significato politico e che i veltroniani chiedono invece di trasformare più o meno in una grande convention elettorale in grado di dare maggior legittimazione alla leadership del partito. Con il risultato che, almeno su questo argomento, il segretario ha finito per mollare gli stessi veltroniani. “Veltroni – spiega un dirigente del Pd – ha il timore di farsi prendere in contropiede da avversari come D’Alema e crede che per un vero congresso ci debbano essere regole in grado di tutelarlo da attacchi di ogni tipo. Pensate cosa potrebbe succedere se in queste condizioni Carlo De Benedetti facesse partire una campagna di stampa per far nascere un nuovo leader!”. Così, quello che poteva essere l’ultimo colpo d’ala del veltronismo si sta trasformando nel sintomo più evidente della scarsa combattività del segretario, confermando per una serie di ragioni che l’unico affluente in grado di sostenere la leadership di W. è senz’altro quello che fa capo ai popolari del Pd. “Contro noi popolari – spiega al Foglio il senatore del Pd Lucio D’Ubaldo – nessun può imporre una cosa che a noi non convince come un congresso che a oggi risulterebbe semplicemente finto”.
Claudio Cerasa
23/08/08

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