mercoledì 21 gennaio 2009

Il Foglio. "Delle meraviglie e delle astuzie sportive del Cav."

E’ una storia meravigliosamente berlusconiana quella di Kaká, e lo è forse più di ogni improvviso predellino delle libertà, più di ogni compagnia sottratta dalle manacce straniere e più di ogni città eroicamente salvata da montagne di rifiuti. Il berlusconismo che in un lampo si accende e si trasforma in sentimento nazionalpallonaro rimane il lato più efficace, e dunque più sexy, nel superomismo politico del Cav. Perché il Berlusconi che paternalisticamente salva il Milan, e salva pure un po’ se stesso, dalle sirene billionarie degli sceicchi sauditi – che avevano offerto per Kaká più o meno la stessa cifra con cui i capitani coraggiosi di Cai erano disposti a salvare Alitalia, circa 110 milioni di euro, e con cui il Milan avrebbe chiuso in attivo il bilancio dei prossimi due anni – è il presidente che sogna ogni elettore che abbia un minimo di confidenza con le tribune di uno stadio. E’ vero, ci sarà sempre qualcuno pronto a dire che il terzo salvataggio nel giro di pochi mesi del Cav. – prima Napoli, poi Alitalia e ora il piccolo Kaká – sia solo l’ultima espressione di un insostenibile conflitto tra pubblico e privato, e in altre parole tra fatti propri e fatti altrui.

Ma se il Cav. è il primo teorico della propria invincibilità – e se l’invincibilità del Cav. brilla con più forza quando il presidente è modestamente costretto a fare i miracoli, a sorridere anche quando tutto sembra andare a rotoli e a non scomporsi più di tanto anche quando inspiegabilmente i suoi ministri prevedono inutili apocalissi economiche – non c’è dubbio che alla fine della partita, soprattutto in questo caso, sarà lui ad aver vinto. Certo, magari si scoprirà che il Cav. ha fatto giochi di prestigio, magari da questa storia verrà fuori ancora una volta quella sfacciata e invidiabile abilità diplomatica che anche nel calcio caratterizza l’opera del Cav. Ma la verità è che non c’è gesto come quello che ha permesso di non perdere Kaká – il gesto del presidente che tira fuori dai pasticci la squadra, che protegge a tutti i costi i suoi uomini e che difende la bandiera sportiva come fosse quella di una società quotata in borsa – che non renda universalmente accettabile Silvio Berlusconi, anche per i suoi peggiori nemici.

I giornali riporteranno le parole seccate degli sceicchi sauditi – “ci sono state pressioni politiche”, “è inaccettabile quello che è successo con il Milan" – e spiegheranno che quella di Kaká e della società non è stata una scelta eroica, ma è stata solo frutto di una pressione della dirigenza milanista, terrorizzata dal ritrovarsi sotto i balconi di via Turati i tifosi con i forconi in mano. Ma comunque siano andate le cose in fondo le potenziali incazzature di Milanello non sono così diverse da quelle di Fiumicino e di Malpensa, e anche per questo il miracolo rossonero del Cav. somiglia molto a quello alitaliano.

Somiglia molto al tentato di salvataggio di una bandiera, che resterà tale – resterà un salvataggio – anche se un giorno la bandiera finirà in mano straniera: anche se l’Alitalia tra qualche anno verrà inghiottita da Air France e anche se il numero 22 di Kaká finirà presto stampato su una maglietta spagnola colorata di bianco. In un momento in cui i sondaggi non sono certo i migliori per il premier, è difficile negare che salvando Kaká il Cav. ha evitato che la sua sfera pubblica fosse per la prima volta condizionata in negativo da quella privata e sportiva: e se è vero che molti tifosi milanisti considerano Kaká sintesi perfetta tra la classe di Rivera e la forza dello spirito santo, e se è vero che convincendo Kaká a rimanere a Milano il Cav. ha fatto una cosa ai confini tra il superomismo e il paranormale (“Quello che ha fatto Kaká non è normale”, ha confermato in serata Sacchi) allora è vero che più che come formidabile capo d’azienda e più che come buon padre di famiglia, il premier in fondo da ieri è un po’ di più quello che ha sempre desiderato: semplicemente il presidente che sotto sotto tutti vorrebbero.
Claudio Cerasa
22/01/09

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