venerdì 4 dicembre 2009

La Presa di Roma su Panorama



E va bene che c’è il giornalismo ma ci vuole un libro per raccontare la potente novità di Roma, la Capitale che ha cambiato colore e padroni, ed è “La presa di Roma”.
Lo ha scritto un giornalista, Claudio Cerasa, capo redattore de Il Foglio, già collaudato nella grande inchiesta (la sua più importante, quella su Rignano Flaminio). C’è una precisa mappatura della gens nova arrivata in Campidoglio in questo libro. Tutti al seguito di Lupomanno, ovvero Gianni Alemanno, il sindaco inaspettato che – con la sua elezione – nell’assecondare l’onda del successo berlusconiano, ha cancellato l’epoca segnata Rutelli-Veltroni. Fu un’epoca, quella del centrosinistra, certamente importante e di grandi opportunità per la Capitale. Un capitolo della politica nazionale “de sinistra” sfumato col voltafaccia di lobby, circoli e parrocchie. Quel calderone di varia umanità romana, insomma, trasmigrata a destra per riscrivere la geografia del potere in Italia. Con questo volume Bur (euro 9,80), Cerasa che non si sottrae alle suggestioni culturali e social, col metodo del parlare a nuora affinché suocera intenda spiega quello che nessun sociologo saprà decifrare: come è possibile che un manipolo di tassinari abbia saputo mettere in scacco l’inamovibile potere della Roma pariola. Come è possibile, poi, che una ridotta di canaglie – senza giornali, senza salotti e priva di visibilità – abbia saputo guadagnare il successo alle urne. E con la vittoria elettorale, infine, incontrare l’abbraccio di quei potenti presso cui ricevere il compimento della definitiva trasformazione: la rispettabilità democratica. Nella descrizione di Cerasa, Roma, coi suoi Lupomanni, diventa un romanzo cinico e sazio, fosse solo per il brulicare di storie e per l’avventura iniziata dal solitario protagonista, il sindaco, aspirante leader del centrodestra nientemeno. Appunto. E qui c’è l’unico appunto che proponiamo a Cerasa: da Mussolini a Craxi, fino a Berlusconi, è sempre Milano quella che decide. Gioco e giocatore. Né Rutelli, né Veltroni. E anche Andreotti, vecchia volpe, fu sul filo della pellicceria. Figurarsi Alemanno.
Pietrangelo Buttafuoco
5/12/09

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