LIBRI: 'LA PRESA DI ROMA', CERASA RACCONTA LA CAPITALE NELL'ERA ALEMANNO
un viaggio nella 'città che non si vede' per capire chi oggi ne muove i destini
Roma, 7 nov. (Adnkronos) - ''Cosa si nasconde dietro la straordinaria ascesa di Gianni Alemanno? Per quali ragioni una città decide di affidare la propria sorte a un uomo dal passato così movimentato? Perché la destra sa parlare di sicurezza meglio della sinistra? Quali affari miliardari si nascondono dietro al governo dei diversi sindaci di Roma? Quali sono i poteri forti che Alemanno è riuscito a conquistare? Chi sono gli uomini che insieme al nuovo sindaco stanno preparando un piano per tentare di succedere all’attuale presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi?''. Dall’esigenza di trovare una risposta a queste e a molte altre domande nasce ''La presa di Roma'' (Bur, 218 pagg., 9,80 euro), di Claudio Cerasa.
Per capire chi oggi muove i destini della Capitale, Cerasa, caporedattore de 'il Foglio', entra ''nella città che non si vede''. A raccontarlo è lui stesso, nell'introduzione al volume: per tentare di spiegare la Roma di oggi, scrive, bisogna ''parlare con le persone che la tengono in pugno, bisogna andare nelle stanze dei palazzi di potere, ascoltare le esigenze dei tassinari più agguerriti, dei circoli sportivi più esclusivi, i desideri delle zone più marginali, dei curvaroli, dei postfascisti. Bisogna osservare la storia e le posizioni dei costruttori, delle banche, degli imprenditori, della Chiesa. E mettere insieme le tessere di un mosaico di voci, quelle dei vinti e quelle dei vincitori, per riuscire a vedere chi, da dietro le quinte, comanda davvero la Capitale d’Italia''.
''La presa di Roma" è la cronaca della rivoluzione e dei segreti di una città dagli anni di Rutelli e Veltroni a oggi. ''Con le elezioni del 28 aprile 2008 - scrive ancora Cerasa - vi è stata una storica inversione di rotta che ha sconvolto completamente la geografia del potere non solo romano ma anche italiano: il blocco di consenso legato al centrosinistra di Walter Veltroni si è sgretolato e il centrodestra di Gianni Alemanno ha conquistato Roma. Gli equilibri ormai logori della città sono crollati in un lampo: dalle periferie più disagiate, vecchie roccaforti rosse, alle lobby più intoccabili, si è assistito a una vera e propria rivoluzione. In quei mesi, e in quelli successivi, ci si è ritrovati di fronte sia a una realtà che si stava profondamente trasformando sia a indistruttibili poteri che a poco a poco prendevano nuove forme. La Roma di oggi è come un fiume dopo la tempesta: il letto del torrente svela chi ha resistito alla piena e chi no, e rivela chi l’onda l’ha patita e chi l’ha dominata''.
''Le molte attenzioni dedicate dal sindaco di Roma ora a Tremonti, ora a Caltagirone, ora a Casini e il grande margine di autonomia offerto ad Augello, a Croppi e a Rampelli ha portato qualche critico di Alemanno a ricordargli che per vincere una guerra può essere molto pericoloso circondarsi di troppo alleati, perché chi è troppo incline al compromesso non potrà mai fare la rivoluzione - scrive ancora Cerasa - Ma il fatto è che ormai Alemanno ha fatto una scelta precisa e ha capito che ci vuole un po’ di tutto. un po’ di lobbisti e un po’ di costruttori, un po’ di tassisti e un po’ di imprenditori, un po’ di fascisti e un po’ di assessori, per tentare di fare il colpaccio, per tentare di fare il miracolo e per potersi un giorno presentare sulla vetta politica più importante d’Italia e bisbigliare la stessa parola sussurrata quella sera del 2008. Presa''.
venerdì 6 novembre 2009
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